«Dirò tutto al mio ritorno dagli Stati Uniti», annunciò a dicembre: promessa per ora non mantenuta. Il Maradona così com’è, è troppo piccolo e non a norma per gli Europei 2032

Marco Azzi su Repubblica ritorna sulle infrastrutture che il Napoli non ha. Dal centro sportivo, al settore giovanile passando per lo stadio di proprietà. Ed è proprio quello il “caso più spinoso” per De Laurentiis. Così si rischia di perdere anche l’occasione degli Europei 2032.
Il Maradona così com’è non basta più, De Laurentiis è in ritardo
Scrive Azzi su Repubblica:
De Laurentiis e lo stadio: una storia infinita. Il caso più spinoso tuttavia quello dello stadio: troppo piccolo per le esigenze della tifoseria e non a norma per gli Europei 2032. Il sold out contro l’Udinese l’ennesima prova che il Maradona com’è ora non basta più. La crescita del club non più prescindere da un impianto moderno e soprattutto di proprietà.
Napoli in ritardo ed è un danno economico pure per il club di Aurelio De Laurentiis, che perde ogni anno cento milioni di entrate senza lo stadio di proprietà. Il presidente ha annunciato più volte la presentazione di un progetto per il restyling del Maradona o per la realizzazione di un nuovo impianto, che però si fa ancora attendere. «Dirò tutto al mio ritorno dagli Stati Uniti», annunciò a dicembre il numero uno azzurro: promessa per ora non mantenuta.
A dicembre: «Al mio ritorno da Los Angeles farò una conferenza stampa sullo stadio»
Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, nel giorno di Natale ha voluto ribadire i suoi auguri tramite un messaggio su X. Il presidente ieri era intervenuto anche su Radio Crc, radio Partner del Napoli in merito allo stadio
«Voi volete sapere dello stadio, ovviamente. Lo saprete a tempo debito, al mio ritorno da Los Angeles farò una conferenza stampa unicamente sullo stadio. Auguri anche al primo cittadino, il sindaco Manfredi, grandissimo personaggio. Sentivo parlare di una sua sostituzione con la Schlein. Auguri al presidente De Luca. Poi l’invito a stare in famiglia, con i vostri figli ed i vostri genitori. A Los Angeles? Si, si mangia napoletano, gli struffoli mi accompagneranno.
Ora si arrabbieranno, ma abbiamo fatto una variante: più piccoli, non a palline, con un miele fantastico. Anche il panettone, ma vuoi mettere quello con le nostre albicocche con il candito? Lasciamoli ai milanesi. Capitone? Adoro il capitone, seppur grasso, ma a casa mia lo mangiano a fatica, soffro e quindi evito proprio. Riposo? Dico che sono stanco per giocare. Vado a Los Angeles per riprendere le trame del cinema. Con il Covid si sono affermate le piattaforme, il cinema è andato in sofferenza, i grandi studi americani. Non si lavora come una volta. Bisogna essere presenti sul territorio americano, ma sempre con quel sentimento di indipendenza che ha contraddistinto la mia vita».