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De Napoli: «Quel comunicato contro Bianchi resta una pagina nera della mia carriera»

Al CorSera: «Ancora oggi ci sto male. E con Bianchi i rapporti non sono stati più gli stessi. Ricordo il terremoto, cercavamo i morti sotto le macerie»

De Napoli: «Quel comunicato contro Bianchi resta una pagina nera della mia carriera»

Il Corriere della Sera intervista Nando De Napoli, 61 anni. Ex Avellino, Napoli e Milan, scrigno di ricordi che raccontano un calcio che non esiste più. “15 anni di calcio italiano incrociando i migliori calciatori del mondo e alcuni dei tecnici più bravi“.

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È tornato nella casa dov’è nato…

«Sì, qui sono nato e qui sto bene. Sono cresciuto in fretta: a 16 anni giocavo a pallone, ero felice. Poi una sera di novembre dell’80 è cambiato tutto. Il terremoto, la paura, per giorni isolati, la disperazione e noi ragazzi che andavamo a cercare i morti sotto le macerie insieme ai pochi soccorritori. Immagini che ti rimangono dentro. Capisci in un attimo quali sono le cose che contano nella vita».

Racconti che sembrano la storia del calcio degli anni ’80.

«È così: sono stato fortunato. Mi voleva la Juve, ma Bianchi, andato al Napoli mi volle con lui. Mezzora da casa e gli allenamenti con Maradona. Era toccare il cielo con un dito. Ho vinto due scudetti, la Coppa Italia, la Coppa Uefa eppure, credetemi, gli allenamenti a Soccavo con Diego che faceva il fenomeno sono i ricordi più belli di quegli anni. “El Pelusa” era buono e generoso. Umile e allegro. Un bambino in un negozio di giocattoli. Quando vivi storie così devi solo dire grazie alla vita che ti ha dato tanto».

In mezzo qualche scivolone, qualche amarezza.

«Sì, lo scudetto perso col Milan, firmai il comunicato contro Ottavio Bianchi per difenderci dalle accuse dei tifosi per un titolo buttato via. Eravamo una squadra fantastica che avrebbe potuto vincere molto di più. Spesso ci ripenso. Una pagina nera della mia carriera, ancora oggi mi fa star male. E con Bianchi i rapporti, purtroppo, non sono stati più gli stessi».

Guarda le partite in tv?

«Certo, stravedo per Barella che ha carattere e gioca bene. E poi guardo il Napoli di Conte che non molla mai e oggi può sognare lo scudetto. Il mio calcio però comincia e finisce sul divano di casa. Ho letto quello che ha detto il grande Angelo Peruzzi: vive a Blera e gli sembra il posto più bello del mondo».

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