Se Sinner non è responsabile ma i responsabili sono loro, qualcosa non torna. Ferrara è preparatore atletico di Matteo Berrettini

Anche il Corriere della Sera riporta le parole di Novak Djokovic in merito al patteggiamento di Sinner con la Wada. Djokovic pone una questione: se Sinner non ha responsabilità e ha pagato per le inadempienze degli uomini del suo staff (Naldi e Ferrara), com’è questi continuano a lavorare nel circuito. Umberto Ferrara è oggi preparatore atletico di Matteo Berrettini.
Djokovic: «Strano che continuino a lavorare nel circuito»
Sul Corriere della Sera si legge:
A Jannik Sinner fischiano le orecchie: il leader del ranking che ha accettato tre mesi di squalifica assumendosi una quota di responsabilità per l’errore involontario commesso dagli ex collaboratori Umberto Ferrara e Giacomo Naldi (Djokovic ne ha anche per loro, parla al plurale ma allude solo al primo, oggi preparatore atletico di Matteo Berrettini: «Personalmente trovo che il fatto che continuino a lavorare nel circuito sia alquanto strano, e un sacco di tennisti sono d’accordo con me».
Leggi anche: Gramellini: «Sinner è un precedente di giustizia, invece siamo ossessionati dal “perché lui sì e io no”»
«Sinner? Sembra che si può influenzare un procedimento per doping se sei un giocatore di alto livello»
Dal torneo di Doha, dove nel primo turno affronterà Berrettini, Djokovic parla (ancora) di Jannik Sinner e del suo accordo con la Wada.
Novak, la prima testa di serie del torneo doveva essere Jannik Sinner, che però è stato squalificato tre mesi…
«Sinner è innocente, come è innocente la Swiatek, perché questo è stato dimostrato, a meno che in futuro non emergano altri elementi. Però le loro vicende non hanno dato una bella immagine del nostro sport, questo è sicuro. La maggioranza dei giocatori con cui ho parlato nello spogliatoio, non solo negli ultimi giorni, ma anche negli ultimi mesi, non è contenta del modo in cui è stato gestito l’intero processo e ritiene che ci siano stati favoritismi. Sembra quasi che si possa influenzare l’esito di un procedimento per doping se sei un giocatore di alto livello, se puoi permetterti i migliori avvocati e quant’altro».
Ma le regole dell’antidoping dovrebbero proteggere di più la privacy dei giocatori o la trasparenza di tutto il procedimento?
«Beh, dobbiamo scegliere. L’incoerenza è qualcosa che frustra tutti i giocatori. È come se si trattasse ogni caso individualmente o indipendentemente, che è quello che sta succedendo. E allora non c’è trasparenza. A volte in un caso puoi avere una grande contaminazione, in alcuni casi ne hai una più piccola, come è successo con Sinner. Ma il problema è che in questo momento c’è una mancanza di fiducia generale da parte dei tennisti nei confronti di Wada, Itia e dell’intero processo. Quindi, o concorderemo che tutti i casi saranno trasparenti fin dall’inizio, tutti saranno tenuti privati fino al loro esito: è importante aprire la discussione»