Il Telegraph ha intervistato il mitico portiere del Liverpool dei rigori della finale di Coppa dei Campioni del 1984 contro la Roma
![Grobbelaar, il testimone delle stragi: «Venivo dalla guerra in Zimbabwe, ma quello che visto all’Heysel…» Grobbelaar, il testimone delle stragi: «Venivo dalla guerra in Zimbabwe, ma quello che visto all’Heysel…»](https://www.ilnapolista.it/wp-content/uploads/2018/10/DLbOQktVoAAw0mx_large.jpg)
Bruce Grobbelaar arrivò al Liverpool nel 1981, direttamente dalla guerra civile in Zimbabwe. Aveva vist cose noi umani… “Pensai: vengo pagato per fare qualcosa che amo. So che questo non mi ucciderà. Non è una guerra. Ci sono stato. Ero felice di essere vivo. Godiamocela e basta. Quindi ogni singolo giorno, indossavo un grande sorriso sulla faccia”, dice intervistato dal Telegraph. Grobbelaar in Italia ce lo ricordiamo soprattutto per i rigori della finale di Coppa dei Campioni del 1984 contro la Roma. Masticò la rete della porta: “Ricordo di aver pensato è come gli spaghetti”.
Grobbelaar è diventato il primo portiere ad applicare i giochi mentali ai rigori. Emi Martinez e Jordan Pickford devono tutto a lui, scrive il Telegraph.
Quel Liverpool allenava i portieri a giocare coi piedi, erano avanti: “Questa era la filosofia del Liverpool: i portieri erano bravi con i piedi. Non ero il primo. Giocavano con un portiere libero dai tempi di Tommy Lawrence. Io mi allenavo con i piedi ogni giorno”.
Grobbelaar è stato suo malgrado testimone oculare di tre delle peggiori tragedie nella storia. Era all’Heysel nel 1985 , era a Hillsborough nel 1989, ed era ad Harare nel 2000 (quando 13 persone furono uccise nella calca).
“Ho visto persone distrutte che cercavano solo di scappare. Da una partita di calcio”.
Nel 1994 fu stato oggetto di un’inchiesta del Sun, che denunciava una diffuso caso di partite truccate tra giocatori di spicco. Dopo che due processi non riuscirono a raggiungere un verdetto e fu assolto da tutte le accuse, Grobbelaar fece causa al Sun. Inizialmente gli furono riconosciute 85.000 sterline di danni. Ma il giornale fece ricorso e il giudice ridusse il risarcimento a una sterlina, e lui dovette pagare tutte le spese processuali. Finì in bancarotta.