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Hamsik si è dato alla “vecchia” fattoria: «Ho a casa 29 galline, cani, tartarughe, porcellini, furetti e un gallo»

A Sport24.sk: «Le galline ci producono circa due dozzine di uova al giorno, abbastanza da pensare persino di aprire un negozio».

Hamsik si è dato alla “vecchia” fattoria: «Ho a casa 29 galline, cani, tartarughe, porcellini, furetti e un gallo»
Mg Bergamo 03/12/2018 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Marek Hamsik

Dopo essersi ritirato dal calcio giocato, l’ex capitano del Napoli Marek Hamsik (520 presenze e 121 gol) fa parte dello staff tecnico della Slovacchia, ma nel tempo libero si dedica alla sua fattoria. E proprio come lo zio Tobia della celebre canzoncina, possiede diversi animali.

Hamsik: «Ho a casa 29 galline, tre cani, un gatto, due tartarughe, sei porcellini, due furetti e un gallo»

Al podcast Sport24.sk ha dichiarato:

«Abbiamo 29 galline che producono circa due dozzine di uova al giorno, abbastanza da pensare persino di aprire un negozio. Abbiamo un sistema di riscaldamento e ventilazione integrato, tutto realizzato su misura con porte scorrevoli automatiche, così non dobbiamo alzarci la mattina per controllarle. Direi che sono accudite meglio di noi umani. In casa abbiamo anche tre cani, un gatto, due tartarughe, sei porcellini d’India, due furetti e anche un gallo».

Il 5 luglio disputerà la sua ultima partita in cui saranno presenti diversi compagni del Napoli, come Lavezzi, Mertens, Cannavaro e Gargano.

Il Guardian e la formazione all-time del Napoli

Al Guardian si sono inventati un giochetto un po’ strano, di quelli che si fanno sempre alla fine dell’anno: uno scrittore chiamato a fare una formazione di calcio a 5 con i migliori della storia di una squadra a cui sono affezionati per qualche motivo. Per James Oddy questa squadra è il Napoli.

Claudio Garella – perché “aveva un portamento quasi goffo finché non arrivava il momento di effettuare una parata. Spettacolare, balzando in aria e quasi attaccando la palla per respingerla. Forse non il più costante a volte, ma sarebbe divertente guardarlo giocare a calcetto!”.

Ciro Ferrara – “Il più vincente di tutti è stato Ferrara. Ferrara era il baluardo. Sapeva crossare, passare e fare delle corse quando necessario, grandi abilità per il calcetto. Ma era anche disciplinato e sapeva giocare come difensore centrale in stile moderno o libero di vecchia scuola quando l’occasione lo richiedeva”.

Marek Hamsik – “Triangoli di passaggio intricati, fluidità, sottigliezza mescolata a immediatezza, è stato un piacere da guardare. Al centro di tutto questo movimento e creatività c’era lui. Un’ala, un numero 10 e un regista arretrato; sapeva fare tutto e spesso lo faceva nella stessa partita. Aggiungete la sua versatilità con le sue capacità di leadership e la capacità di segnare da lontano e capirete perché è stato incredibilmente sfortunato a non vincere mai un titolo nei suoi 12 anni al club”.

Khvicha Kvaratskhelia – “Senza dubbio uno dei giocatori più influenti ad aver indossato la maglia del Ciucciariello. Kvaratskhelia è un giocatore così unico; visivamente sembra un po’ un ritorno al passato. Con la sua massa di capelli, le fasce per il sudore, il nastro per i polsi e il comportamento languido a volte potrebbe essere scambiato per un giocatore di lusso degli anni ’70”.

Diego Maradona – “Il più grande calciatore di tutti i tempi, secondo la mia modesta opinione, e la mia visione si basa in gran parte sulle sue imprese a Napoli. Maradona poteva segnare tutti i tipi di gol, raggiungendo la doppia cifra in ciascuna delle sue sette stagioni. Era anche l’archetipo del numero 10, un concentrato di energia, e sapeva creare occasioni con dribbling e passaggi che sembrano ancora incredibili. Era anche un genio dei calci piazzati. Ma erano anche la sua passione, il suo coraggio, la sua sicurezza, il suo ego, il suo carisma e la sua determinazione che hanno spinto il Napoli alle vette del successo”.

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