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Il calcio italiano ha subito la peggiore umiliazione da quando i romani furono sconfitti da Annibale (Sueddeutsche)

L’aristocrazia calcistica del nord Italia (Milan, Juventus, Atalanta) guardava con fiducia ai prossimi playoff di Champions ma il nuovo format lascia più spazio alle sorprese

Il calcio italiano ha subito la peggiore umiliazione da quando i romani furono sconfitti da Annibale (Sueddeutsche)
Ci Bari 14/10/2023 - qualificazioni Euro 2024 / Italia-Malta / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina

Il miglior elogio funebre del calcio italiano lo scrivono i tedeschi della Sueddeutsche. Dalla Champions League sono uscite Milan, Atalanta e Juventus. E dire che al sorteggio degli spareggi nessuno poteva immaginare una simile umiliazione.

In questi ultimi giorni il calcio italiano e con esso l’intera nazione hanno subito forse la peggiore serie di sconfitte da quando gli antenati romani furono umiliati da Annibale e dai suoi 37 elefanti nella seconda guerra punica. I rappresentanti dell’aristocrazia del nord Italia, Juventus e Milan, nonché i vincitori della Europa League, l’Atalanta, guardavano con giustificata fiducia ai prossimi playoff di Champions League: i loro avversari, Bruges, Feyenoord Rotterdam e Psv Eindhoven, erano automaticamente considerati outsider in quanto membri della Jupiler Pro League belga e dell’Eredivisie olandese.

Il nuovo format della Champions lascia più spazio alle sorprese

Continua la Sueddeutsche:

È ovvio che il nuovo format della Champions League lascia più spazio alle sorprese rispetto al precedente format, che si adattava ai piani dei grandi club. Negli ultimi anni, i club di seconda divisione sono apparsi solo come rare eccezioni negli ottavi di finale del campionato d’élite. A volte erano Ajax o Salisburgo (21/22), a volte Bruges e Francoforte (22/23), a volte Psv e Copenaghen (23/24). Ora, oltre a due olandesi e un belga, anche il Lille e l’Aston Villa si imbucano al solito pubblico della festa. Ciò non indica ancora una tendenza nel senso di una Champions League socialmente rivoluzionaria, anche se l’eliminazione anticipata del Manchester City conferma ulteriormente l’esistenza di una competizione più aperta.

Per ora, la Uefa può ritenersi soddisfatta. “La sua riforma espansiva, oltre ad aumentare le entrate (a scapito degli slot gratuiti nel calendario), serve anche a un altro scopo, questa volta indiscutibilmente buono: più club e più campionati possono sperare di partecipare quando la Champions League entrerà nella sua fase decisiva. In questo modo il calcio europeo potrebbe diventare un po’ più grande, andando oltre i campionati più forti. Forse“.

La Champions (con Milan e Atalanta eliminati) ci ricorda la mediocrità del calcio italiano

Altro che quinto posto per la Champions. Da questa sera sarà molto complesso. L’Italia perde sia il Milan sia l’Atalanta che vengono eliminati da due squadre sulla carta tutt’altro che irresistibili: Feyenoord e Bruges.

La scorsa è stata la stagione dell’illusione. La conquista di cinque posti per la Champions. La vittoria dell’Europa League con l’Atalanta. La seconda finale consecutiva di Conference della Fiorentina.

Ci eravamo illusi che il calcio italiano fosse tornato competitivo. Non è così. In Champions sono già fuori Bologna, Atalanta e Milan. Domani sera toccherà alla Juventus che deve difendere il 2-1 dell’andata contro il Psg. E poi c’è l’Inter che in Italia consideriamo una delle favorite per la vittoria finale. Poi, ci sono le romane in Europa League (la Roma deve superare lo scoglio del Porto agli spareggi) e la Fiorentina in Conference.

Purtroppo la grancassa mediatica nasconde la realtà del nostro calcio. C’è la necessità di pompare il nostro misero spettacolo. Ormai tutto è business. Il calcio va venduto. E raramente ascolteremo in tv disamine crude sulla realtà. Il prodotto va venduto e non se ne può parlare male. Però parlano i risultati. Cui aggiungiamo il disastroso Europeo della Nazionale di Spalletti. Lo scorso anno andò bene per una serie di fattori e soprattutto grazie all’Atalanta che disputò una Europa League straripante.

Ma lo stato del nostro football resta ai limiti del comatoso. Basta guardare il calciomercato, i calciatori che arrivano: quasi tutti scarti dei campionati stranieri. Lo stesso Kolo Muani: è un’operazione di povertà. Il Psg lo dà alla Juve in prestito secco in modo che i bianconeri facciano giocare ed evitano che si deprezzi. Veniamo trattati da vassalli. Lo siamo. E la serata di Champions lo ha confermato. Per carità di patria evitiamo di parlare dello sfacelo politico, della rielezione bulgara di Gravina, così come dell’operazione restaurazione avvenuta in Lega Serie A.

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