Non era mai accaduto nel 2025. Giocano sempre gli stessi: Ora serve il contributo anche degli altri: da Gilmour a Simeone, da Raspadori a Ngonge, da Billing a Okafor
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Il Napoli è stanco, a Roma ha corso meno dei giallorossi e nei secondi tempi cala (Repubblica)
Il Napoli è stanco, lo scrive Repubblica Napoli con Marco Azzi.
Finora il Napoli ha puntato quasi sempre sullo zoccolo duro dei titolarissimi, come si evince in maniera chiara pure dalle statistiche. Conte ha infatti utilizzato le cinque sostituzioni previste dal regolamento solamente in 8 partite di campionato su 23, dimostrando di dare molta importanza alle gerarchie. Significativo in questo senso anche un altro dato: gli azzurri sono ultimi in Serie A per i cambi effettuati prima del 75’: appena 32.
Ma il minutaggio extra large dato dal tecnico leccese ai suoi pretoriani comincia ad avere delle ripercussioni negative, tant’è che a Roma per la prima volta nel 2025 Di Lorenzo e compagni hanno corso di meno dei loro avversari: 119 chilometri contro 120. Era invece successo il contrario nelle sfide con la Juventus (116 km a 112), l’Atalanta (124 a 116), il Verona (118 a 113) e soprattutto contro la Fiorentina (117 a 119). Differenze di rendimento marcate specie nei secondi tempi, che rischiano tuttavia di affievolirsi senza il contributo di chi ha avuto la possibilità per adesso di consumare meno energie, rimanendo spesso in panchina. Da Gilmour a Simeone, da Raspadori a Ngonge, da Billing a Okafor. Per dare fastidio all’Inter servono anche loro.
Napoli, la squadra con meno sostituzioni fino al 75esimo (Gazzetta)
Antonio Conte non è mai stato un grande amante delle rotazioni: in campo va sempre la formazione migliore, quella che dà più garanzie. E soprattutto nelle stagioni senza impegni infrasettimanali, è importante avere un’ossatura ben definita per avere un’identità forte e riconoscibile. E su quella costruire un cammino vincente.
Il Napoli è ultimo in A per cambi effettuati entro il 75’ (appena 32). L’Inter ne ha fatti 40 in più (72). E l’Atalanta è ancora più distante, con 74 cambi. Le due nerazzurre hanno rose più profonde, tanti possibili titolari. Conte, invece, sa trarre il meglio dal materiale che ha, fa sentire tutti centrali nel progetto, anche chi gioca meno. Un valore aggiunto enorme, che ha fatto la
differenza anche alla Juve e all’Inter.
Al primo anno in bianconero, senza coppe, Conte centrò lo scudetto con appena 13 giocatori oltre i 1000 minuti giocati nell’intero
campionato. È un avviso al campionato: “Yes we can”. Anche se in pochi, anche senza un mercato top. Conte e il Napoli sono in
missione: provate a fermarli.