Se i tesserati coinvolti non dovessero patteggiare con la Procura Figc, ad aprile si terrebbe il processo. L’obiettivo è chiudere prima della fine del campionato
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Calhanoglu e Calabria posizioni più a rischio: inchiesta Inter-Milan-Ultras, i deferimenti a marzo, (Gazzetta)
Scrive la Gazzetta dello Sport che
la Procura federale si muove spedita nelle indagini sul processo ultras, ovvero la parte legata alla giustizia sportiva dell’inchiesta Doppia Curva avviata dai pm di Milano.
Che
Nel corso della prossima settimana si tireranno le fila del processo e verranno preparati gli avvisi di conclusione indagine che precedono i deferimenti. Entro la prima settimana di marzo dovrebbero partire gli avvisi con le contestazioni: da quel momento chi riceverà l’atto, che sia la società o un tesserato, avrà 15 giorni per farsi interrogare, presentare memorie difensive o chiedere un eventuale patteggiamento per ottenere il dimezzamento della pena. Scaduti i 15 giorni scatteranno i deferimenti. In pratica – se le contestazioni saranno più pesanti del previsto e i tesserati di Inter e Milano decidessero di andare avanti senza patteggiare – il processo sportivo dovrebbe tenersi ad aprile in primo grado ed eventualmente a maggio in secondo grado. L’avviso di chiusura indagini arriverà principalmente a chi è stato già ascoltato a Milano, anche se c’è qualche posizione ancora in bilico che Chinè si riserva di valutare nei prossimi giorni.
Chiarezza L’idea è dunque quella di chiudere la stagione senza più ombre, almeno sui possibili rapporti di alcuni tesserati di Milan e Inter (le posizioni più a rischio sono quelle di Calhanoglu e l’ormai ex rossonero Calabria) con alcune frange di tifoseria.
Ultras, Calhanoglu in Procura: «Ho incontrato Ferdico e Bellocco, anche se l’Inter me l’aveva sconsigliato»
Il centrocampista dell’Inter Hakan Calhanoglu è stato ascoltato dalla Procura di Milano in merito all’inchiesta ultras, che vede coinvolte la curva nerazzurra e quella del Milan.
Ha risposto alle domande come persona informata dei fatti, ammettendo di aver incontrato i capi ultrà Marco Ferdico e Antonio Bellocco, negando però di essere mai uscito a cena con loro (come invece dichiarato dallo stesso Ferdico in un’intercettazione).
Ma pare che l’Inter gli avesse sconsigliato di avere contatti con gli ultras. Infatti, Calhanoglu ha dichiarato:
«Vedevo gli ultras, ma la società mi aveva detto di non farlo».
Avrebbe poi spiegato ai poliziotti di aver scelto di incontrare Ferdico e Bellocco per riconoscenza, dopo che la Curva Nord gli aveva dedicato uno striscione di solidarietà per il terremoto in Turchia del 2023.
In cambio, il centrocampista turco ha confermato di aver donato alcune sue maglie alla Curva da destinare ai «bambini ricoverati negli ospedali».
Ha inoltre specificato: «Ho appreso chi fosse realmente Bellocco solo dopo aver visto la fotografia in seguito alle notizie sul suo omicidio, ma non ho mai ricevuto pressioni né da parte sua, né di altri ultras».
Scandalo ultras, L’Equipe: “Inter disinvolta e sottomessa”
Giustamente L’Equipe ricorda che se adesso nel mirino delle procure ci sono Milan e Inter, il resto non è certamente vergine. C’era finita prima la Juve nella stessa melma. Parliamo del 2016, quando “l’inchiesta Alto Piemonte ha poi portato a condanne da tre a otto anni di reclusione per diversi ultra bianconeri. È stata la stessa Juventus a sporgere denuncia dopo aver ricevuto pressioni per emettere un numero di abbonamenti e biglietti maggiore di quelli consentiti dalla legge. Il comitato disciplinare della Figc (Federazione italiana gioco calcio) ha sanzionato il club torinese con una multa di 600mila euro e una partita a porte chiuse. Andrea Agnelli, allora presidente del club, fu interdetto dalla carica per tre mesi. Tuttavia, secondo la giustizia ordinaria, la Juventus era considerata vittima”.