Tam tam sui nomi del prossimo tecnico: da Mancini a Pioli a Gasperini. Giuntoli spera di sopravvivere a Thiago. Il peso crescente di Chellini
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La Juventus come il Pd. Le malelingue dello spogliatoio definiscono Thiago Motta il Guardiola di Bologna
La Continassa come il Nazareno, la sede del Partito democratico dove le correnti sono arrivate a quota dieci nell’ultimo resoconto dei cronisti di palazzo.
Il silenzio post match con il Psv è sintomatico di un clima in cui ormai “vige l’anarchia”. Giocatori spaesati, dirigenza spaccata, proprietà più appassionata dall’arrivo di Hamilton in Ferrari che dall’ultima sconfitta della Vecchia Signora. Chi indossa la maglia della Juventus nutre dubbi sul futuro della squadra più titolata d’Italia. “Non conosciamo mai la formazione”, “alcune scelte sono incomprensibili”, “perché è stato accompagnato alla porta Capitan Danilo?”.
In questo contesto “il Guardiola di Bologna”, ribattezzato così da alcune malelingue dello spogliatoio, non detiene più le certezze di inizio stagione. La narrazione che è stata costruita attorno alla sua leadership si è fin qui scontrata con la realtà, ovvero con i risultati. Raccontano che Cristiano Giuntoli, a capo dell’area sport, starebbe sondando figure alternative all’attuale tecnico. I nomi che circolano con più insistenza sono: l’ex ct della nazionale Roberto Mancini, Stefano Pioli, Gian Piero Gasperini, e poi a quanto pare il vero Guardiola Pep, ormai a fine ciclo al City, sempre attratto dal Belpaese e dalla Juventus. Eppure c’è chi sostiene che anche la parabola di Giuntoli alla Continassa sia legata a doppio filo a quella di Motta. In sintesi: se cade l’una, cadrebbe anche l’altro. E così, sussurrano a Torino, il prossimo allenatore potrebbe essere deciso da chi oggi non può nemmeno accedere allo spogliatoio. Ovvero da Giorgio Chiellini, fin qui ministro degli Esteri della Juventus. Senza portafoglio ma con tanta juventinità dentro.