Lo racconta il Telegraph. Il primo è stato Mbappé, poi Bellingham, Dani Olmo e Cole Palmer. E in campo si imitano a vicenda per provocazione
![L’assurda guerra (commerciale) delle esultanze: ora i giocatori le brevettano e le usano come un’arma L’assurda guerra (commerciale) delle esultanze: ora i giocatori le brevettano e le usano come un’arma](https://www.ilnapolista.it/wp-content/uploads/2023/10/Bellingham-Modric-HM.jpg)
La gente lo ignora, ma i calciatori hanno preso a farsi una guerra (soprattutto) commerciale sulle esultanze. Il trend è rinfacciare all’avversario i festeggiamenti per un gol, imitando e sbeffeggiando la coreografia. Gli esempi sono tantissimi, negli ultimi mesi, scrive il Telegraph. Da Townsend contro Cristiano Ronaldo, a Myles Lewis-Skelly nella posa meditativa di Erling Haaland, passando per Lewis-Skelly, o Bukayo Saka e James Maddison, o Magalhães e Gyokeres, Maupay e Maddison. L’ha fatto anche Bellingham. Ma non è questo il punto.
Il punto, sottolinea il giornale inglese, è la deriva affaristica di ogni frattaglia di questo sport. “I grandi nomi hanno tentato di registrare ufficialmente come marchio le proprie mosse speciali. L’anno scorso, Kylian Mbappé ha presentato una richiesta di protezione dell’immagine di lui che incrocia le braccia e infila le mani sotto le ascelle presso l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale. Bellingham, la cui celebrazione del gol lo vede in posa con le braccia tese, e Dani Olmo del Barcellona, che segna il gol indicando il polso come se controllasse l’ora, hanno seguito l’esempio. E, il mese scorso, Cole Palmer ha presentato una domanda simile all’ufficio per la proprietà intellettuale del governo, che includeva persino un video della sua tremante celebrazione “Cold Palmer”. Nonostante Palmer abbia ammesso di aver copiato la mossa dall’ex compagno di squadra delle giovanili del City Morgan Rogers. Ma nemmeno Rogers non può nemmeno affermare di averla inventata, perché l’aveva a sua volta copiata a alla star del basket Trae Young”.
Dallo studio legale che ha curato la richiesta di Palmer, Mills & Reeve, sottolineano sarebbe “un compito assai arduo” per un calciatore cercare di usare il marchio di una celebrazione per impedire a un avversario di eseguirla durante una partita. Il giocatore dovrebbe dimostrare che tale mossa costituisce “l’uso non autorizzato di quel marchio nel corso dell’attività commerciale”. Capito?
Questa cosa delle esultanza è diventata così… una “cosa”, che l’hanno presa in giro persino in un (meraviglioso) spot per il Super Bowl con Channing Tatum: