Alla Gazzetta: «Ranieri mi incanta, lo spinge una passione estrema. Con Spalletti abbiamo parlato spesso di calcio e la vediamo allo stesso modo»

L’ex ct della Nazionale italiana, Marcello Lippi, nell’intervista alla Gazzetta dello Sport ha parlato anche di diversi allenatori italiani fra chi è attualmente al comando di una squadra in Serie A, come Ranieri, e chi è fermo da circa un anno, come Allegri.
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Lippi: «Ranieri mi incanta. Spalletti ideale per questa Italia»
Ha detto che si aspettava qualcosa di più da Motta…
«Sul piano caratteriale. Ma non è una critica assoluta: Motta sta facendo il suo lavoro, è un ottimo allenatore. Però la panchina della Juve è come la maglia: pesa di più. Se sei bravo, il successo arriva. Intanto è a cinque punti dal terzo posto, non mi meraviglierei se si giocasse qualcosa di più della Champions».
La bella sorpresa: Ranieri.
«Mi incanta. Quanti anni ha? Settantatré? Io settantasei, siamo lì. C’è una passione estrema che lo spinge. Aveva smesso, la Roma gli ha ridato entusiasmo e lui è entrato dentro la Roma e dentro la squadra. Se lo sente, glieli fa lei i miei complimenti?».
Le coppe: non reggiamo il ritmo?
«Non è vero. Le nostre se la giocano con tutte. Juve, Atalanta e Milan hanno pagato episodi. Mi pare che il campionato stia tornando allenante».
E sono fermi tecnici come Allegri…
«Ho sempre detto che è l’allenatore che più ricorda me stesso, spero l’abbia inteso come un complimento. Si può stare un anno senza allenare…».
Il numero uno?
«Sempre Ancelotti, il più grande degli ultimi vent’anni. Combina saggezza, esperienza e qualità psicologiche con la sua competenza calcistica».
Come vede Spalletti?
«Il ct ideale per questa Italia: ha esperienza, conoscenza, elasticità. Abbiamo parlato spesso di calcio e la vediamo allo stesso modo. Mi piace la sua idea di calcio totale su tutto il campo, ma attenzione: le squadre organizzate sanno reagire. Barella è quello che mi piace di più, ma tra Bastoni, Calafiori, Tonali e Retegui uno di loro diventerà un top presto. La mia Italia aveva grande equilibrio tra le due fasi: sapeva attaccare e difendere con qualità altissima. E alternative enormi come Del Piero».