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Massimo Mauro: «A Napoli non fu semplice, Ferlaino impazzì, decise che c’era “un giocatore che non doveva più giocare” ed ero io»

Alla Gazzetta: «Ma Ranieri si schierò, mi mandò in campo col Milan e alla sera fu cacciato. Sempre dubitato di Kvara. È istinto e impeto, non un leader»

Massimo Mauro: «A Napoli non fu semplice, Ferlaino impazzì, decise che c’era “un giocatore che non doveva più giocare” ed ero io»
Mi Napoli 01/03/2013 - campionato di calcio serie A / Napoli-Juventus / foto Marco Iorio/Image Sport nella foto: Massimo Mauro

Massimo Mauro, ex di Juventus e Napoli. Ha giocato anche con Zico, con Maradona e con Platini. La Gazzetta dello Sport lo ha intervistato a proposito del Napoli.

Massimo Mauro: «Ho sempre dubitato di Kvara»

Partiamo dall’infanzia, vien da dire: a 20 anni va a Udine.

«Non potevo arrivare in città migliore. Non ho aggettivi per definirla, perché dal punto di vista umano non potevo chiedere di più. Ho sofferto tanto i primi mesi, avevo problemi alla schiena che mi portavo appresso, ma ho incontrato gente meravigliosa. E in una squadra fantastica: non si fosse fatto male Virdis, chissà cosa saremmo stati!».

Napoli è la sua ultima tappa, esaltante e malinconica.

«E però vincemmo lo scudetto, il secondo. Sono momenti che restano per sempre. Non fu semplice, confesso, perché avere Diego al fianco era esaltante in campo, mentre diventava tutto più difficile fuori. Però rimane un periodo irripetibile, nonostante poi la mia conclusione sia stata amara. Ferlaino impazzì, aveva deciso che c’era “un giocatore che non avrebbe dovuto più giocare” e quel calciatore ero io. Ma Ranieri si schierò: “finché sono io qua, decido io”. Mi mandò in campo col Milan e alla sera fu cacciato. Per fortuna arrivò Bianchi, leale e sincero, altrimenti sarebbe stata durissima».

Napoli-Udinese è la sua gara.
«È la loro partita, io sono il passato che collega due mondi, diciamo così. Ma i protagonisti sono loro, due club che fanno ormai da sempre cose straordinarie, ognuno per quel che può e che deve. Il Napoli di Conte è già da 10, se poi trionfa ci aggiungiamo la lode; ma anche a Udine esiste un calcio che va studiato, da sempre ormai».

È uno scudetto che si assegnerà quando?
«Dipendesse da me, andrei allo spareggio, pensi che bello una Napoli-Inter in cui ci si gioca il titolo! Lotteranno sino all’ultimo, più o meno, si porteranno appresso la propria storia e la propria autorevolezza di oggi».

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Il Napoli senza Kvara, però.
«Che in me ha sempre suscitato qualche dubbio. È istinto e impeto, non un leader. Giocatore importante, ci mancherebbe, ma non insostituibile e infatti Neres sta facendo vedere che senza Kvara si può. Conte poi sa dove mettere le mani, la garanzia è lui, che sa come guidare i Lukaku, i McTominay, i Lobotka. Rivedo in questo Napoli lo stesso spessore di quello di Spalletti: ogni risultato è strameritato».

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