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Nemmeno il primo posto solitario in classifica mette al riparo il Napoli dalle tensioni (Repubblica)

Marcia in questo campionato troppo spesso complicata da una scia di dubbi e cattivi pensieri. Tuttavia sarà il campo a parlare fino a giugno

Nemmeno il primo posto solitario in classifica mette al riparo il Napoli dalle tensioni (Repubblica)
Napoli's Italian coach Antonio Conte (C) talks with his players during the Italian Serie A football match between Atalanta and Napoli at Gewiss stadium in Bergamo on January 18, 2025. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Marco Azzi su Repubblica scrive del clima che si respira a Napoli nonostante la classifica e nonostante i discorsi di Conte.

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Marcia del Napoli troppo spesso complicata da una scia di dubbi e cattivi pensieri

Scrive Marco Azzi su Repubblica:

«Fateci godere il nostro viaggio: anzi, godiamocelo insieme». Dovrebbe essere scontato e invece – incredibilmente – non è così. Nemmeno il primo posto solitario in classifica, infatti, sta mettendo al riparo dalle tensioni il Napoli, la cui fantastica marcia in questo campionato è stata troppo spesso complicata da una scia di dubbi e cattivi pensieri. Il vaso era già quasi pieno per le critiche iniziali sulla qualità del gioco degli azzurri e sull’altalenante rendimento di Lukaku, con tanto di accuse all’allenatore per aver sponsorizzato in estate l’acquisto del cannoniere belga: fugate poi a suon di vittorie e gol. I pozzi tuttavia sono ormai avvelenati e la tensione s’è impennata di nuovo per la disastrosa gestione da parte della capolista del mercato invernale: con un big come Khvicha Kvaratskhelia (a segno sabato con la maglia del Psg) ceduto e non sostituito. Dirà il tempo se è stato solo un errore di percorso senza conseguenze o viceversa il colpo di grazia ai sogni di conquistare il quarto scudetto.

Come è giusto che sia, però, dalla prospettiva della panchina la situazione dev’essere analizzata nella maniera più rasserenante possibile: per rafforzare l’autostima della squadra. «Pensiamo ad arrivare al massimo con quello di cui disponiamo, senza pensare se avremmo potuto avere questo oppure quest’altro». Discorso chiuso, insomma. Fino a giugno a parlare sarà il campo. Conte ha un capolavoro da portare a termine, poi tirerà le sue somme.

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