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Osimhen-Adl, la giustizia sportiva può riaprire il caso per le deposizioni dei tre Primavera coinvolti (Repubblica)

I tre (valutati 15 milioni) furono sentiti dai pm dopo il primo processo sportivo. Il procuratore Figc ha chiesto le carte finora secretate

Osimhen-Adl, la giustizia sportiva può riaprire il caso per le deposizioni dei tre Primavera coinvolti (Repubblica)

Osimhen-Adl, la giustizia sportiva può riaprire il caso per le deposizioni dei tre ragazzi coinvolti (Repubblica)

Il quotidiano la Repubblica edizione Napoli spiega perché la giustizia sportiva potrebbe riaprire il caso plusvalenze Osimhen. Il procuratore della Federcalcio Chiné ha già chiesto le carte finora secretate.

È l’eventuale intervento della Procura Federale a preoccupare i tifosi, perché una condanna per “ violazione del principio di lealtà sportiva di correttezza e probità” comporterebbe una multa e in casi estremi la penalizzazione in classifica. È vero che il Napoli è già uscito indenne da un processo sportivo proprio per l’affare Osimhen, ma il codice sportivo prevede la possibilità di revocazione del primo giudizio (articolo 63 del codice) con l’insorgenza di nuovi elementi di accusa. Per questo il procuratore della Figc Chiné ha già chiesto la carte – finora secretate – ai suoi colleghi della Procura romana. Pure la giustizia sportiva si prepara ad aprire un suo fascicolo di inchiesta e l’elemento “nuovo” potrebbero essere gli interrogatori dei tre giovani ceduti al Lille come contropartita di Osimhen: Liguori, Manzi e Palmieri. È stata la loro valutazione (15 milioni totali) a insospettire i magistrati e i ragazzi furono ascoltati in Procura a Napoli quando il processo sportivo si era già concluso. Per questo quelle deposizioni possono adesso diventare un “ nuovo” elemento per la giustizia sportiva.Il caso non è chiuso.

Napoli, il caso Juventus insegna: il processo sportivo per Osimhen si può rifare (Repubblica)

Anche Repubblica scrive dei possibili rischi per il Napoli dopo la richiesta di rinvio a giudizio per De Laurentiis per falso in bilancio.

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Su Repubblica si legge:

È vero che il Napoli è già uscito indenne da un processo sportivo proprio per l’affare Osimhen, ma il caso della Juventus, l’unica squadra di alto profilo punita per plusvalenze false, insegna: il codice sportivo prevede la possibilità di revocazione (articolo 63 del codice di giustizia sportiva). Per i bianconeri la procura, grazie alle intercettazione, si convinse – e lo confermarono i tribunali sportivi – di aver individuato un sistema. Qui si contestano singole operazioni, come il trasferimento di tre giovani al Lille (Liguori, Manzi e Palmieri) più il portiere Karnezis per 20 milioni e il passaggio di Osimhen al Napoli per 70 milioni. Nel fascicolo anche altri affari, come il passaggio di Diawara alla Roma in cambio di Manolas.

La contestazione più ovvia è la violazione del principio di lealtà sportiva della correttezza e della probità, come nel caso della Juventus. In questo caso, sarebbe plausibile la possibilità di incorrere in una penalizzazione in classifica. Il regolamento prevede norme molto più severe, nei casi di falsificazione dei documenti contabili o amministrativi per ottenere l’iscrizione al campionato altrimenti impossibile: in queste circostanze, è prevista addirittura l’esclusione dai campionati, ma non sembra il caso del Napoli e dell’affare Osimhen. La cosa certa è che la procura federale ha già chiesto le carte alla procura di Roma: potrebbe riceverle a brevissimo. Insomma, nel peggiore dei casi, il Napoli potrebbe andare incontro al taglio di punti in classifica. Ma parliamo sempre di ipotesi. La vera questione quindi potrebbe essere un eventuale ammontare delle penalizzazioni.

Poi c’è il caso Juve: in quel caso, fondato su perquisizioni e intercettazioni, le operazioni con valutazioni forzate furono ritenuto “un sistema” e punite con 10 punti di penalizzazione. Se valesse questa logica, gli azzurri – anche nel caso fosse riconosciuta una violazione – dovrebbero cavarsela con meno. Poi certo, resta il tema della afflittività della pena: nel caso della Juve si guardò la classifica e su quella base si fissò il valore della penalizzazione. Se, sulla base delle carte della procura di Roma, il Napoli alla fine fosse condannato in sede sportiva, bisognerebbe capire quando arriverebbe la decisione: da quando riceve le carte, la procura federale ha 30 giorni per chiedere la revocazione. Poi una volta presentata la richiesta, la Corte d’appello federale ha fino a 30 giorni per convocare l’udienza. Il primo passo sarebbe discutere l’ammissibilità della richiesta di revocazione. Poi, l’eventuale processo.

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