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Pagelle – Il Napoli ha la raggiungite ma è eroico. Godiamoci Conte per altre tredici partite

Bentornato Buongiorno. Rrahmani irriconoscibile. Raspad’Oro 7: l’intesa con Lukakone Nostro promette tante belle cose

Pagelle – Il Napoli ha la raggiungite ma è eroico. Godiamoci Conte per altre tredici partite
Napoli's Italian coach Antonio Conte reacts during the Italian Serie A football match between Lazio and Napoli at the Olympic Stadium in Rome on February 15, 2025. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

Le pagelle di Lazio-Napoli 2-2, a cura di Fabrizio d’Esposito.

MERET. Era appena l’inizio, al 6’, quando il danesino fulvo degli autoctoni lotitiani ingarra uno di quei gol impossibili, che si fanno ogni due o tre anni. Non a caso, il predetto danesino cinquanta minuti dopo si trangugia una rete facile facile. Precisato tutto questo, vogliamo massacrare il giovane Meret perché era troppo fuori dalla porta? L’attenuante della sorpresa va concessa pure a lui, suvvia. Anche perché poi il portiere azzurro non sbaglia più nulla, tra respinte e rilanci – 6

RRAHMANI. La sua sofferenza è anche la nostra, in una partita che fa sudare per la tensione non solo i giocatori ma anche i tifosi. Povero Amir. Fa l’assist per l’uno a zero degli autoctoni e poi annaspa a non finire su Zaccagni. Certo, un conto è giocare a due, un altro a tre ma per certi versi apparre irriconoscibile – 5

BUONGIORNO. Si rivede il Corazziere Sabaudo e si sente, eccome. E’ l’unico a salvarsi fra i tre là dietro. Bentornato – 6,5

POLITANO dal 61’. Irrompe Na-Politano ed ecco il flipper astrale dell’uno a due intestato al lotitiano Marusic. Da cosiddetto “quinto” tiene palla, esce da dietro e dà un po’ di respiro ai compagni. Tranne in un’occasione quando pasticcia malamente – 6,5

JUAN JESUS. I due gol della Lazio originano dalla sinistra di Giovannino Gesù. Senza dimenticare che il giovane danesino fulvo (dieci anni di differenza tra i due) lo semina con frequenza inquietante – 4,5

DI LORENZO. L’Eurocapitano fatica il doppio nel primo tempo, laddove dall’altro lato don Pasquale il Biondo è uno spettro non deambulante. Pugna e offende, con tutte le limitazioni imposte da uno come Zaccagni – 6

ANGUISSA. Stronca, recupera e corre ma Zambo non più lui. Cioè non è più quello visto fino a qualche domenica fa. Perde tantissimi palloni, dando una sensazione di rassegnata mollezza. E si forma un altro pensiero terrificante. A far parlare è la sinistra senza più Kvara e senza gli infortunati Zio Spina, Mati l’uruguagio e il profeta David, ed è giusto così, ma se Zambo volesse tirare il fiato non dimentichiamo che l’unico centrocampista in panca è Billing. Ci manca solo Billing, di questi tempi – 5,5

LOBOTKA. Il Caro Lobo del secondo tempo è uno strenuo difensore della fede azzurra, a petto in fuori sulle barricate per respingere la Lazio. Epperò in questo Napule che troppo spesso gioca all’indietro, finanche l’Amato Lobo non ha idee e si rifugia comodamente nell’orizzontalità, quando va bene. Che lo facciano Amir e Giovannino Gesù è prassi rassicurante, ma da lui ci si aspetta altro, molto altro – 5,5

McTOMINAY. Scott il Rosso ha il grande merito di ghermire la pelota donata da Provedel e poi di rilanciarla subito verso Raspad’Oro, nell’azione del pareggio azzurro. Indi si vota al lavoro oscuro, fatto di tanta corsa al solito e di presenza assidua tra la terra di mezzo e la trequarti – 6,5

MAZZOCCHI. Come detto sopra, nel primo tempo un maleficio lo tiene congelato lì a sinistra. Nella ripresa si scuote decisamente e due o tre volte osa bene, senza sbagliare. Finisce stremato e quella supplica disperata di Conte, “Ma chi posso mettere?”, per sostituirlo all’85’ è il sigillo grottesco e incredibile al ponziopilatismo dell’Aurelio duce silente, decisamente indifferente all’eventuale Quarto. Anzi. Di fronte all’avanzante rivoluzione contiana, sul più bello si è comportato come la Maria Antonietta dell’Ancien Régime: “Il popolo reclama lo scudetto? Dategli l’Europa” – 6

RAFA MARIN dall’85’. L’emergenza si fa disperata ed eccolo comparire per la prima volta in campionato – senza voto

LUKAKU. C’è sempre, Lukakone Nostro, quando il Napule diventa pericoloso. – 6,5

RASPADORI. Giacomino è di nuovo Raspad’Oro con un meraviglioso gol che combina tecnica e precisione (in mezzo alle gambe di Provedel). Poi è causa prima del secondo. E l’intesa con Lukakone Nostro promette tante belle cose – 7

CONTE. Detto quello che c’era da dire sulla strafottenza aureliana, il suo Napule di stasera è decisamente eroico, con un modulo d’emergenza. Certo è malato ormai di “raggiungite” (Roma, Udinese, Lazio), per dirla con l’amico Gianni Cicero, ma dopo il due a due poteva arrivare la mazzata finale. E invece no. Nulla è perduto e la strada è ancora lunga. L’Uomo Nuovo in panca sarà con noi per altre tredici partite. Godiamocelo, seppur con il realismo della sofferenza destinato a diventare nostalgia – 7

ARBITRO MASSA. Non fa danni – 6

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