Speriamo che Conte non ripeta le parole di Ancelotti: “La cosa migliore che abbiamo fatto io e De Laurentiis è stato chiudere”
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Le pagelle di Como-Napoli 2-1, a cura di Fabrizio d’Esposito.
MERET. Nel mussoliniano Sinigaglia con vista sulla celebre pozza d’acqua manzoniana, i sogni non muoiono ma quantomeno si fanno male assai. Il Napule fuorigiri e lo scudetto quarto non sono più promessi sposi. Nel primo tempo gli autoctoni sono spettri lacustri e a uccellare il giovane Meret è l’incredibile fuoco amico di Amir, fantozziamente non vedente. A dire il vero, nella ripresa il Como tira una volta sola in porta e segna con Diao, stessa radice semantica di Dia – 6
DI LORENZO. La destra azzurra sembra la più penalizzata dal tre-cinque-due dell’emergenza da rosa. Na-Politano fatidico quinto fatica tanto ma arranca negli venti metri e questo limita anche la pugna dell’Eurocapitano, che poi là dietro deve fronteggiare la mirabolante coppia formata da Nico Paz e il predetto Diao – 5,5
RRAHMANI. La spinta propulsiva del contismo si sta esaurendo (onestamente: cosa poteva fare di più l’Uomo Nuovo della rivoluzione quando si arriva a recriminare persino sull’infortunio di Don Pasquale il Biondo) e oggi il povero Amir è l’icona di questo esaurimento anche nervoso. Due le immagini del suo cedimento letale. Ovviamente l’autogol fatto praticamente a occhi chiusi e Diao Meravigliao che gli passa alle spalle e segna il beffardo due a uno. Senza dimenticare che il Napule nelle ultime sette partite ha preso nove gol – 4
BUONGIORNO. Sicuramente il meno peggio là dietro, ma finanche il Corazziere Sabaudo, attorno alla mezzora del primo tempo, fa un grave errore e dona la pelota a un comasco, giusto per fare un esempio. La difesa a tre mette a disagio anche lui – 5,5
POLITANO. Oltre a quanto scritto sopra, c’è da segnalare che nel primo tempo, in un’occasione, Na-Politano torna all’ignoranza primigenia e anziché servire Lukakone Nostro o Scott il Rosso, liberissimi in area, si cimenta in un tiro loffio – 5,5
NGONGE dal 77’. La sua indolenza sgangherata è urticante. Non riesce a giocare decentemente una palla che sia una. Cirillo l’inguardabile, e non da ora – 4
BILLING. Il suo debutto senza fare danni provoca quasi grida di giubilo, per ribadire quanto siamo disperati. In realtà il gigante Filippo è un onesto centrocampista che serve a tenere il carro per la scesa. E dopo trenta minuti cala: la lunga disoccupazione in Premier è una scoria non da poco – 6
ANGUISSA dal 62’. Certamente più offensivo del citato Filippone, e ci mancherebbe, ma la minaccia del giallo limita notevolmente il diffidato Zambo – 5
LOBOTKA. Pure il Caro Lobo è alquanto esaurito, nel senso di cui sopra. E non solo per il pasticcio con Giacomino che innesca il due a uno degli autoctoni lacustri. Talvolta il suo spaesamento è manifesto, come quando colpisce di testa una pelota anziché stopparla e giocarla. Le sue indecisioni sono l’indizio maggiore di questo Napule finito fuorigiri – 5
OKAFOR dall’84’. Loro Diao a gennaio. Noi Okafor. Al Duce Aurelio e al suo scudiero Manna, mandato pure allo sbaraglio in una grottesca e inedita conferenza stampa, piace perdere facile – senza voto
McTOMINAY. Scott il Rosso è l’azzurro che ha più occasioni per segnare. Sull’uno a uno, il franco Butez miracoleggia su una sua cagliosa a colpo sicuro. Decisivo anche in difesa su Strefezza – 6
SPINAZZOLA. Il migliore degli azzurri, spinge e dribbla senza mai fermarsi – 6,5
LUKAKU. Conte lo sostituisce dopo un’ora di gioco, segno che Lukakone Nostro e soprattutto Suo è tra gli azzurri che soffrono di più – 5
SIMEONE dal 62’. Il piccolo Cholo spreca un’altra occasione per combinare qualcosa di decisivo – 5
RASPADORI. Giacomino è Raspad’Oro quando pareggia da attaccante d’area. E’ semplicemente Giacomino quando comincia a sbagliare assist, passaggi e corner. Il gol vale comunque la sufficienza – 6
CONTE. Dopo il primo tempo in cui poteva chiuderla facilmente, il Napule precipita nella ripresa nell’abisso della sconfitta. Non a caso l’Uomo Nuovo in panca ha fatto l’esempio letterario di dottor Jekyll e mister Hyde. Il Napule sta andando fuorigiri per una combinazione letale di fattori, traducendo l’analisi contiana: la pressione provocata dal primato in classifica e l’emergenza provocata dalla rosa, che ha portato al cambio di modulo. E quell’“odio perdere” pronunciato con faccia incazzata è un pizzino diretto al Duce Aurelio, propedeutico al probabile divorzio di giugno, di cui il Napolista ha scritto già una settimana fa come voce clamante nel deserto. Del resto la situazione è fin troppo evidente: Conte è arrivato l’estate scorsa dopo la catastrofe provocata dal delirio egocentrico dello stesso Duce Aurelio, costretto quindi al silenzio e a una dispendiosa campagna acquisti. Il sorprendente girone di andata, in testa alla classifica, ha paradossalmente ribaltato i rapporti di forza e così a gennaio, senza prendere rinforzi o ricambi sul mercato, il Duce ha fatto capire a Conte e anche alla squadra che a lui basta il ritorno nelle coppe europee (non dimentichiamo la citazione contiana sulla Conference di qualche settimana fa). A quel punto, nei fatti, la squadra ha dato la sensazione di seguire più il disimpegno del presidente che la fame dell’allenatore. Il febbraio nero del Napule questo racconta. Come diceva Spalletti: “Vi devo fare un disegnino?”. A proposito di passato. Speriamo che una volta via da Napoli, Conte non ripeta le stesse parole di Ancelotti, come mi ha testè ricordato un caro amico: “La cosa migliore che abbiamo fatto io e De Laurentiis è stato chiudere”. Altro che il tweet presidenziale dopo la partita. In ogni caso, sabato comincia marzo. Per fortuna – 7
ARBITRO MANGANIELLO. Il suo maldestro arbitraggio all’inglese è fuori posto nella cartolina del lago di Como – 4