Il peggiore in campo, per distacco, è stato l’arbitro Fabbri. Bene Juan Jesus, Spinazzola. Il populismo anti-contiano respira
Le pagelle di Roma-Napoli 1-1, a cura di Fabrizio d’Esposito.
MERET. I gol nel recupero, a Roma come a Milano, riportano la classifica a com’era e il giovane Meret all’Olimpico fa una sola parata importante, alla fine del primo tempo, al netto del palo loffio di Paredes e della rete di Angelino. Gli unici perigli, al solito, originano da taluni suoi rilanci pedestri, che provocano una miscela di ansia e irritazione – 6
DI LORENZO. Strana partita quella dell’Olimpico. Nel primo tempo il Napule è egemone, fin troppo forse, e l’Eurocapitano fa il ticket vincente di destra con il pendolare Na-Politano. Nella ripresa, invece, le due squadre si elidono a vicenda in una ragnatela bipartisan senza sbocchi e Di Lorenzo rinuncia obtorto collo alla spinta propulsiva – 6
RRAHMANI. Ancora una volta è l’unico azzurro che tocca più di cento palloni. Lui e Giovannino Gesù stasera sono efficaci anche nell’aere. Bravi – 6,5
JUAN JESUS. Ovviamente a Giovannino Gesù va aggiunto mezzo voto in più perché è l’hombre vertical che lancia Zio Spina verso lo zero a uno. Un gol propiziato da due ex giallorossi – 7
SPINAZZOLA. Dopo la Giuve ancora una prestazione da Zio Spina dei vecchi tempi d’oro, consacrata da un magnifico gol che arriva all’improvviso. E come con la Giuve resta in campo per tutti e 95 i minuti – 7
ANGUISSA. Stasera lascia a Scott il Rosso il ruolo di mattatore ovunquista e si dedica al lavoro oscuro e gregario, soprattutto quando si tratta di arginare gli autoctoni disperati e arrembanti della ripresa. In ogni caso emblematica è quell’immagine del 50’, quando lo scozzese Scott ha la sua seconda occasione per segnare (tira alto) e in area ci sono sia Lukakone Nostro sia Zambo – 6,5
LOBOTKA. Robotka incarna la Resistenza azzurra del secondo tempo, l’ennesima prova estrema di stacanovismo modello Conte – 7
McTOMINAY. Potrebbe segnare almeno due volte, in più lucra un rigore nettissimo che l’orrido Fabbri non concede negando l’evidenza. Non solo: recupera decine di palloni, ripartendo poi dritto per dritto – 7
POLITANO. Nel primo tempo offende in lungo e in largo, beccandosi pure un incredibile giallo per simulazione inventato dall’orrido Fabbri. Ovviamente ripiega senza se e senza ma ed è decisivo almeno una volta in difesa – 6,5
RASPADORI dall’86’. Senza voto
LUKAKU. La consueta partita di Lukakone Nostro: apre spazi come scatolette di tonno, fa assist ed è l’azzurro che regge di più la pressione giallorossa – 6,5
SIMEONE dall’80’. Senza voto
NERES. Nei primi venti minuti tituba assai, poi si sblocca e la prima cosa fa è dare una pelota da sinistra a Lukakone Nostro che infine serve Scott il Rosso. Il profeta David è sempre una minaccia potenziale per gli avversari – 6,5
MAZZOCCHI dal 75’. Non è la prima volta che l’Uomo Nuovo in panca fa dei cambi conservativi, come usa dire. Inutile quindi fare dibattiti pretestuosi sul mancato acquisto del sostituto del Che Kvara. C’era Ngonge che poteva entrare, non dimentichiamolo. Ed è inutile pure stare a discutere sulle colpe di don Pasquale il Biondo sul deserto lì a destra che favorisce il pareggio giallorosso. Il punto semmai è un altro e ricade tutto sul Duce Aurelio fattosi silente da quando c’è l’Uomo Nuovo della rivoluzione. La sensazione infatti è che il presidente non creda più di tanto allo scudetto, come già ai tempi del sarrismo edizione 2016 – senza voto
CONTE. Detto del presidente immobile e insensibile alle richieste contiane, il Napule di stasera è un Giano bifronte che trasmette una bellezza feroce e arrogante nel primo tempo e nel secondo invece soffre e subisce fino alla delusione del 92’. A essere letale è stato forse l’eccesso di sicurezza maturato nel primo tempo, quando la Roma aveva più riserve che titolari. In ogni caso non è cambiato nulla e c’è una partita in meno da giocare. Avanti così, con la speranza che a fine maggio non si ripeta, per tornare al nodo presidenziale, un’altra rottura modello Spalletti, con o senza quella cosa lì. Nel frattempo il residuale populismo anti-contiano respira un po’ mentre in città i noti fatti di Roccaraso fanno riesplodere l’eterno e stantio dibattito su chi rappresenta Napoli e chi no. Certo, la ritesca influencer ha un gigantesco appeal trash-mediatico ma ogni popolo ha i suoi cafoni – 6
ARBITRO FABBRI. Uno dei peggiori arbitraggi visti sinora. E i suoi clamorosi errori (l’invenzione del giallo a Politano, il rigore non dato su McTominay) ripropongono alcune decisive domande sul Var impotente in alcuni casi dinnanzi alle cazzate dell’arbitro: ormai è una moviola a falli alterni, dove può intervenire e dove no. A che serve così? – 3