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Peter Schmeichel: «Mi sentivo superiore, sentivo di sapere cosa sarebbe successo dopo»

Il mitico portiere dello United al Telegraph: “Cantona era fantastico, non parlava mai con la stampa. Pensavamo che nemmeno sapesse parlare inglese”

Peter Schmeichel: «Mi sentivo superiore, sentivo di sapere cosa sarebbe successo dopo»

“Non c’è dubbio che sono nato con un talento speciale”, dice Peter Schmeichel consapevole di essere “quel” Schmeichel, l’originale non il pur forte figlio. Il portiere danese che ha vinto la Champions League, cinque Premier League con il Manchester United e un Europeo. Oggi ha 61 anni e racconta al Telegraph come ha fatto a diventare uno dei portieri più forti della storia: “Molte persone nascono con un talento speciale e non necessariamente arrivano dove vogliono essere. Ma ogni volta che avevo bisogno di incontrare la persona giusta, loro entravano nella mia vita e mi aiutavano a raggiungere il livello successivo”.

“Mi sentivo superiore. Sentivo di sapere cosa sarebbe successo dopo”.

La madre morì in un campo di concentramento, il padre è stato un alcolizzato arrabbiato per decenni. “Mio padre lavorava di notte perché era un musicista. Io ero sveglio durante il giorno e lui dormiva. Quando ti guardi indietro capisci quanto lavorava duramente e come ciò influenzi il tuo umore. Ma non era arrabbiato e aggressivo tutto il tempo. Credeva anche che dovessi essere il migliore in assoluto. Sono cresciuto con questa convinzione, ma non ero minimamente vicino a mio padre nell’essere aggressivo, anche se ero molto aggressivo in campo”.

A proposito di ciò, del campo, dice: “I media li chiamano giochi mentali, ma volevo che tutti quelli contro cui giocavo avessero un po’ paura di me, o almeno che pensassero a me“.

Peter Schmeichel è pieno di storie fantastiche sullo United e, in particolare, su Eric Cantona, con cui ha condiviso la stanza in mille trasferte. “Era divertente perché Cantona non faceva mai interviste. Pensavano che non sapesse parlare inglese. Condivido la stanza con lui e ridiamo mentre dico: ‘Come fai a farla franca?’ Era un ragazzo genuinamente normale, molto simpatico, con cui puoi parlare di qualsiasi cosa”.

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