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Quel giornalista sportivo che segue il Napoli a Castel Volturno e si trasforma in detective

Si chiama Domenico Cigno e il suo creatore è lo scrittore casertano Luca Mercadante. Lo scouting di Sellerio che edita “La fame del cigno”

Quel giornalista sportivo che segue il Napoli a Castel Volturno e si trasforma in detective

Quel giornalista sportivo che segue il Napoli a Castel Volturno e si trasforma in detective

È nato un altro grande personaggio giallesco: è il giornalista Domenico Cigno e il suo creatore è lo scrittore casertano Luca Mercadante che non conoscevamo. Ma molto del merito va alla casa editrice Sellerio che con “La fame del Cigno” (416 pagine, 17 euro) continua nella sua opera di scouting editoriale. Castel Volturno non è solo la sede del Centro di allenamenti del Napoli calcio ma è una terra martoriata dove il sangue scorre sulle vene aperte dei Regi Lagni che ci restituisce il cadavere di una terra che cinquant’anni prima di era illusa di diventare una Capri di terraferma a mezz’ora da Napoli.

Cigno è il giornalista che segue le vicende del Napoli Calcio ma in realtà in quella redazione periferica sconta i suoi peccati giornalistici contratti a Milano. La zona viene scossa dalla sparizione di una influencer piemontese che cercava nelle paludi locali storie di emancipazione femminista e viene ritrovato un cadavere in un acquitrino vicino al mare. Viola de Santis è però solo l’ennesima foglia di fico che tutti i poteri presenti in zona – lo Stato giudiziario e poliziesco, i nigeriani di King, i camorristi tifosi del boss Luciano – si contendono per nascondere le loro malefatte o le loro inazioni. L’avvocatessa Jana con la sua famiglia pennacchiana, Cigno, la social-media Caterina e il bellimbusto Tony, coadiuvati dalla madre dello spacciatore implicato (?) nell’omicidio (?) di Viola non si rassegnano allo stato delle cose. Il falso equilibrio dei poteri viene infranto dal pachiderma Cigno che con il suo stomaco di cemento riuscirà a trovare la verità della vicenda, “che come la merda viene sempre a galla”.

La saga dell’improbabile Cigno ci riporta in un’atmosfera nera che richiama alla nostra memoria letteraria il “Di questa vita menzognera” del miglior Pino Montesano. La lingua di Mercadante è come un bisturi che cala a tagliare preciso l’intestino nero della Destra Volturno e il ritmo che ne scaturisce non fa mai calare l’interesse del lettore a scoprirne le budella. Che sia nato un nuovo giornalista-detective destinato a fiction da follower appassionati?

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