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Sarri: «De Laurentiis è una persona complessa, Lotito no. Mi davano del lamentoso, ora protestano tutti per i calendari»

Al Corsera: «Ho avuto un anno difficile per problemi personali. Il calciatore più forte che ho avuto? Saponara avrebbe potuto avere una carriera strepitosa»

Sarri: «De Laurentiis è una persona complessa, Lotito no. Mi davano del lamentoso, ora protestano tutti per i calendari»
Roma 28/01/2024 - campionato di calcio serie A / Lazio-Napoli / foto Image Sport nella foto: Maurizio Sarri

Maurizio Sarri intervistato dal Corriere della Sera, a firma Monica Colombo.

Sarri racconta il suo anno lontano dal calcio.

«Ho lavorato in squadre importanti negli ultimi 10 anni, ora spero di ricevere la chiamata giusta, così da far accendere la scintilla. Sennò sto fermo». 

Quasi un anno dalle dimissioni dalla Lazio. Come è stato senza calcio?
Sarri: «Difficile a causa di problemi personali: qualcuno si è risolto, altri no. Ho perso mia mamma e uno zio a cui ero legatissimo. Mia moglie è stata in terapia intensiva e anche io ho avuto un infortunio. Dopo la sofferenza ci siamo ripresi».

«Mi piace tutto del calcio, tranne una cosa».

Quale?
«Il mercato: sembra la soluzione per risolvere ogni problema. Non si parla mai invece di come sviluppare il talento».

Ha visto molto calcio in tv?
«Sulle piattaforme specializzate. Ma un conto è vedere le partite, un divertimento di 90’. Un altro è studiarle, un lavoro di tre ore».

Gli allenatori giovani della nouvelle vague hanno fallito in Champions.
Sarri: «Mi auguro che la stessa distinzione valida fra i giocatori, e non fra giovani e vecchi, ma fra bravi e meno bravi, si applichi anche ai tecnici. Il valore di un allenatore deve essere però misurato sul torneo più lungo, il campionato. Non sulla coppa, dove incidono i singoli episodi». 

Si dice che a lei serva tempo per inculcare i suoi principi di gioco. Un pregiudizio?
«Luogo comune: sono arrivato al Chelsea a fine luglio, a settembre abbiamo ottenuto risultati straordinari. Mi hanno dato del lamentoso quando ho sollevato il problema dei calendari, ora tutti protestano: certamente con tante gare ravvicinate un gioco più rozzo si assimila prima».

Il suo rapporto con due presidenti vulcanici come De Laurentiis e Lotito?
«Aurelio forse è una persona più complessa, ma gli sarò sempre riconoscente per avermi fatto allenare la squadra per cui tifavo da bambino. Lotito è diverso da come appare: gli voglio bene ma le discussioni sono state frequenti nell’ultimo periodo. Dopo un secondo posto e la vendita di Milinkovic Savic mi aspettavo rinforzi. Alla fine, avevo attaccato il mio malcontento alla squadra».

Il calciatore più forte che ha avuto?
«Sono legato a un ragazzo, sensibile e delicato, che avrebbe potuto avere una carriera strepitosa, Riccardo Saponara».

Come è andata veramente nel 2015: era fatta o no al Milan?
«Dopo il colloquio Galliani mi disse che la trattativa stava andando a buon fine. Ma poi non lo sentii più: secondo me il Cavaliere trasalì quando lesse una mia intervista dove dissi che non avrei votato Renzi perché troppo a destra come Berlusconi». 

Da quando stiamo parlando ha finito un pacchetto di sigarette. Com’è il suo rapporto con il fumo?
«Disastroso, direi». 

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