Potrà allenarsi in privato per preparare il ritorno in campo che potrebbe avvenire in occasione degli Internazionali d’Italia il 7 maggio.
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E adesso Sinner che farà? Questa è la domanda che da ieri tutti si fanno. L’accordo trovato con la Wada, l’agenzia mondiale dell’antidoping, obbliga Jannik al riposo forzato per almeno tre mesi. Almeno negli appuntamenti ufficiali, nel privato il numero uno al mondo potrà continuare ad allenarsi con alcune prescrizioni.
Infatti, l’italiano potrà preparare il torneo di Roma allenandosi nei circoli o nelle strutture che non sono associate alla Federazione. Lo scrive anche il Corriere dello Sport.
“In deroga all’articolo 10.14.1, un atleta – spiega il regolamento – può tornare ad allenarsi con un team o a utilizzare le strutture di un club o di un’altra organizzazione: durante gli ultimi due mesi del periodo di squalifica dell’atleta, o l’ultimo quarto del periodo di squalifica imposto”. Durante il periodo di squalifica Sinner non potrà dunque accedere alle strutture o ai circoli associati alla Federazione, ma potrà comunque allenarsi in privato per preparare il ritorno in campo, che potrebbe avvenire in occasione degli Internazionali d’Italia il 7 maggio.
Tuttosport aggiunge anche che potrà allenarsi “senza potersi avvalere dell’aiuto dei colleghi professionisti. Servono soluzioni. Ma spettano allo staff, verso il quale la fiducia di Sinner non è mai venuta meno“.
Sinner patteggia con la Wada: tre mesi di squalifica, tornerà in tempo per Roma
Tre mesi. Ora, subito. Per togliersi l’incubo dall’agenda. Jannik Sinner ha patteggiato con la Wada: sarà squalificato per tre mesi, invece di aspettare l’udienza del Tas prevista per aprile e rischiare una squalifica da uno o due anni. Tornerà in tempo per Roma: salterà i Master 1000 americani e Montecarlo, ma nessuno Slam.
“L’Agenzia mondiale antidoping – si legge nel comunicato – conferma di aver raggiunto un accordo di risoluzione del caso del tennista italiano Jannik Sinner, in base al quale il giocatore accetta un periodo di squalifica di tre mesi per una violazione delle norme antidoping che lo ha portato a risultare positivo al clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024.
A settembre, la Wada ha presentato ricorso alla Corte arbitrale dello sport (Tas), il cui esito era stato ritenuto privo di colpa o negligenza da un tribunale indipendente. Nonostante questo ricorso, le circostanze che circondano questo caso specifico hanno fatto sì che, al fine di garantire un esito equo e appropriato, la Wada fosse disposta a stipulare un accordo di conciliazione, in conformità con l’articolo 10.8.2 del Codice mondiale antidoping.
La Wada accetta la spiegazione dell’atleta per la causa della violazione come delineato nella decisione di primo grado. La Wada accetta che Sinner non intendesse imbrogliare e che la sua esposizione al clostebol non abbia fornito alcun beneficio in termini di miglioramento delle prestazioni e sia avvenuta a sua insaputa come risultato della negligenza dei membri del suo entourage. Tuttavia, ai sensi del Codice e in virtù del precedente del Cas, un atleta è responsabile della negligenza del suo entourage. Sulla base dell’insieme unico di fatti di questo caso, una sospensione di tre mesi è considerata un risultato appropriato. Come affermato in precedenza , la Wada non ha chiesto la squalifica di alcun risultato, salvo quello precedentemente imposto dal tribunale di primo grado. La Federazione Internazionale Tennis e l’Agenzia Internazionale Tennis Integrity, entrambe co-convenute all’appello del Cas della Wada, nessuna delle quali ha fatto ricorso contro la decisione di primo grado, hanno entrambe accettato l’accordo di risoluzione del caso.
In base ai termini dell’accordo, Sinner sconterà il suo periodo di ineleggibilità dal 9 febbraio 2025 alle 23:59 del 4 maggio 2025 (che include un credito per quattro giorni precedentemente scontati dall’atleta mentre era in sospensione provvisoria). In base all’articolo 10.14.2 del Codice, il Sig. Sinner può tornare all’attività di allenamento ufficiale dal 13 aprile 2025.
Alla luce dell’accordo di risoluzione del caso, la Wada ha formalmente ritirato il suo ricorso al TAS”.