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Il Napoli ha ritrovato il suo carattere. Quel “chi posso mettere”di Conte è un grido di dolore

2-2 contro la Lazio. Pareggio subito nel finale. Conte non trovava chi mettere a sinistra. Lui e i calciatori stanno facendo miracoli

Il Napoli ha ritrovato il suo carattere. Quel “chi posso mettere”di Conte è un grido di dolore
As Roma 15/02/2025 - campionato di calcio serie A / Lazio-Napoli / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Nuno Tavares-Andre’ Frank Zambo Anguissa

Stesso stadio, stessa porta. Ma il Napoli ha ritrovato il suo carattere, ritroverà la solidità difensiva

Stesso stadio, stessa porta. Qualche minuto prima rispetto al gol di Angelino. Il Napoli lascia altri due punti sul terreno dell’Olimpico, stavolta contro la Lazio. Finisce 2-2 ed è dura affermare  che il risultato non sia giusto. Anche se fino al minuto 87 il Napoli era davanti 2-1 grazie a un rocambolesco autogol dei laziali. In questo momento il Napoli non è più invulnerabile come prima. Quando subisci gol, diventa più dura vincere. Questo oggi è il problema del Napoli, oltre a quelli che conosciamo. È il terzo pareggio consecutivo. A nostro avviso non c’è da fasciarsi la testa. C’è una situazione di emergenza cominciata col mercato e la mancata sostituzione di Kvara e proseguita con una serie di infortuni.

Il Napoli a Roma ha reagito ai due pareggi contro Roma e Udinese. Si è rivisto il Napoli tenace, combattivo, immagine del proprio allenatore. Che ha cambiato le carte e ha giocato col 3-5-2. Non aveva alternative. La partita di oggi conferma la tesi che non fosse un calo fisico. Forse mentale. A nostro avviso ha contribuito il brutto segnale lanciato dal club al mercato di gennaio. Il contraccolpo è stato fisiologico.

Ma oggi, contro la Lazio, il Napoli ha lottato, ha persino rischiato di vincere e poi si è fatto raggiungere nel finale. Oggi è tornato Buongiorno. La squadra se vuole continuare ad avere chance di vittoria (perderà il primato solitario solo in caso di vittoria dell’Inter in casa della Juventus), dovrà tornare a essere impenetrabile. Quattro gol in tre partite sono troppi. Gol anche evitabili. Come il secondo della Lazio al minuto 87 col sinistro di Dia. Mazzocchi aveva chiesto il cambio, non ne aveva più. È entrato Rafa Marin al suo posto. Il Napoli si è fatto trovare impreparato. Conte era alla disperata ricerca di un quinto di sinistro. Quella scena è stata l’emblema dell’emergenza. Quel «chi posso mettere» gridato da Conte è un grido di dolore. È la fotografia di un allenatore che con i suoi calciatori e lo staff tecnico stanno facendo i miracoli. Con un supporto adeguato della società, di De Laurentiis, sarebbe stato diverso. Ma ormai è andata.

Il Napoli ha reagito al gol subito da Isaksen dopo sei minuti. Un concorso di colpa tra Rrahmani e Meret. Quel gol dopo sei minuti sarebbe potuto essere il preludio a una giornata da dimenticare. Invece il Napoli ha dimostrato di essere vivo. Ha risposto con Raspadori proprio lui. Uno due con Lukaku e gol.

Sembrerà assurdo ma per il resto la partita ha vivacchiato. Qualcosina di là, qualcosina di là. Di più la Lazio, onestamente. Che a inizio ripresa si è divorata il vantaggio con Isaksen. Poi Conte ha fatto entrare Politano e una sua discesa sulla destra ha provocato l’autogol. Un mese fa, il Napoli l’avrebbe chiusa. Così come due settimane fa.

Possiamo dire che abbiamo resistito meno di dieci minuti col volume acceso. All’ennesima tirata sulle distanze perdute e il cambio modulo, abbiamo tolto il volume. E siamo immediatamente premiati col pareggio di Raspadori. C’è da ricordare che la Lazio aveva pareggiato subito dopo l’autorete ma Zaccagni (che aveva segnato con un bellissimo gol) era in fuorigioco minimo.
Nulla è perduto. Anzi il Napoli si è ritrovato, ora deve ritrovare la solidità difensiva.

 

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