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Tebas: «La nuova Champions è un danno, la Serie A ha già perso il 10% del suo valore»

A El Paìs: «La Superlega? Nel calcio ci sono molti ingenui. Se dici a un Milan o a un Inter “non preoccuparti, guadagnerai 100 milioni in più” e quel club è sommerso dai debiti… beh, va a finire che ci credono»

Tebas: «La nuova Champions è un danno, la Serie A ha già perso il 10% del suo valore»
The president of Spanish Liga Javier Tebas is pictured during an AFP interview in Madrid on October 21, 2020. (Photo by PIERRE-PHILIPPE MARCOU / AFP)

Javier Tebas, attuale presidente della Liga Bbva, è intervenuto quest’oggi al quotidiano spagnolo El Paìs ed ha trattato diversi temi concernenti la nuova Champions League e il Real Madrid di Florentino Perez.

Tebas: «La Superlega è un circo e il suo volto è Florentino Perez, va detto»

Di seguito un estratto dell’intervista di Javier Tebas a El Paìs:

Un anno fa disse di temere che la nuova Champions avrebbe cannibalizzato i campionati nazionali. Ha già un’analisi?

«Definitiva, no, ma in alcuni territori sta già cannibalizzando. Campionati medi e piccoli in Europa che hanno già venduto i loro diritti nazionali, come il Belgio, hanno perso il 20% del loro valore. In Italia hanno perso il 10%, mentre invece la Champions è cresciuta. LaLiga sta bene, ma ha perso peso nel mercato asiatico.»

Attribuisce queste perdite alla Champions?

«Quando parli con gli acquirenti dei diritti audiovisivi, ti dicono: “Ho già la Champions in settimana, quindi nel weekend compro la Formula 1 e le moto. Non ho bisogno del campionato nazionale”. Ceferin mi diceva che avevo approvato il nuovo modello di Champions, ed è vero. Ma quando l’ho approvato ho anche detto che bisognava vedere gli effetti. E allora non esisteva ancora il Mondiale per Club. Se oggi si votasse, voterei contro la nuova Champions.»

La Superlega ha presentato una nuova versione, ora chiamata Unify League. Che ne pensa?

«La prima cosa da chiarire è chi c’è dietro, perché sembra che non vogliano mai dirlo: è Florentino Pérez. Bisogna metterci la faccia. La seconda cosa è che non è serio cambiare tre formati in tre anni. Non si può parlare di “salvare il calcio”, come ha detto il presidente Pérez, e poi fare questo. Inoltre, è poco serio presentare un formato che non parli di governance. O del modello televisivo: un giorno è tutto gratis, un altro giorno è ibrido, un altro ancora non si sa… Sembra un circo.»

L’ultimo formato soddisfa alcune delle cose che desiderava, come l’accesso alla competizione dalle leghe nazionali.

«Sì, si accede dalle leghe nazionali, ma dei 16 club della Star League, 12 appartengono ai cinque grandi campionati. Sembra un po’ elitista. Dicono che alla Spagna spettano tre posti, ma magari saranno solo due. Chi andrà? Sempre gli stessi, Real Madrid e Barcellona. Se in una competizione che genererà moltissimi introiti ci vanno sempre gli stessi, il divario nei campionati nazionali aumenterà. E più aumenta il divario economico, meno competitivi diventano i tornei nazionali e più perderanno valore.»

Se la Superlega è così mal fatta, perché le preoccupa tanto?

«Perché genera molta insicurezza nel mercato audiovisivo. Quando giro il mondo, mi chiedono sempre: “Ma questa Superlega che fine ha fatto?”. E in alcuni Paesi inseriscono nei contratti clausole che prevedono una revisione del prezzo in caso di cambiamenti. Come potrei non preoccuparmi? Se nel calcio la gente dicesse davvero quello che pensa… Sono l’unico in Europa che parla chiaro di questo. Poi mi incontro con tutti e mi dicono: “Sì, hai ragione, Tebas”. Ma nessuno lo dice pubblicamente.»

Se tutti sono d’accordo, dov’è il pericolo?

«Nel calcio ci sono molti ingenui. Se dici a un Milan o a un Inter: “Non preoccuparti, faremo un modello in cui guadagnerai 100 milioni in più rispetto a quello che ti danno gli sciocchi della Uefa”, e quel club è sommerso dai debiti… beh, alcuni ci credono.»

Vede più pericolo nella competizione o nel fatto che il calcio sia gratis?

«In entrambe, ma la seconda è molto grave. Anche se, di fatto, non è nemmeno realizzabile. Immaginate: calcio gratis in settimana, e nel weekend la Liga a pagamento? Crede che in Spagna sarebbe sostenibile il calcio gratuito per tutti? Ovviamente no. Farebbe un danno enorme. Più che salvare il calcio, questa missione del Real Madrid sembra volerlo distruggere.»

Sta promuovendo il modello delle società per azioni (Sad) in Paesi come l’Argentina. Per Madrid e Barcellona sarebbe vantaggioso il cambiamento?

«Non lo so. Dovreste chiederlo a loro. Ora immagino che diranno che la colpa del cambio di modello proprietario del Real Madrid è della Liga, perché vuole espropriarli, come ha detto Florentino. Ma qualcuno può davvero crederci? Eppure c’è gente che ci crede. La Liga non può espropriare il Real Madrid. È impossibile. Io non dico se sia giusto o sbagliato, se sia una cosa buona per il Real Madrid o no, quello è un problema loro. Da madridista ho la mia opinione, ma usare la scusa che sia colpa nostra… bisogna essere davvero ingenui per crederci.»

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