Ad Europa Press: «Olmo non dovrebbe finire il campionato con il Barcellona. Se il caso Negreira non fosse andato in prescrizione, il Barça sarebbe retrocesso»
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Questa volta Javier Tebas parla ad un evento organizzato da Europa Press. Il presidente della Liga è tornato sui soliti temi, le sue crociate: Real Madrid, Negreira, Olmo, il Barcellona e la Superlega.
Tebas: «Uefa e Fifa hanno cannibalizzato i diritti»
Il presidente della Liga inizia parlando dei problemi che deve affrontare il campionato spagnolo. Prima fra tutti la pirateria. «Abbiamo sfide importanti, la pirateria. Il 30% del calcio in Spagna è pagato meno o è guardato gratuitamente. Ci sono aree come l’America Latina dove la cifra è del 60%. È il problema più grande che abbiamo attualmente».
Poi l’attacco a Uefa e Fifa ovviamente. Soprattutto per il format delle altre competizioni. «Il Mondiale per Club ci obbliga a fare un calendario diverso. Il nuovo formato della Champions League ha occupato più settimane nel calendario. Una stagione con il Mondiale per Club e la nuova Champions League occupa più settimane. Hanno cannibalizzato i diritti, lo vedremo nelle prossime gare. E come sempre: quando perde valore la competizione nazionale, i club che giocano in quella europea guadagnano di più». E ancora:
«È molto importante che ogni decisione venga concordata con i soggetti chiave: le leghe, i club, i sindacati… E una Coppa del Mondo per club è stata tenuta senza tenere conto di nessuno di questi player. La Fifa e la Uefa devono rispettare una serie di regole che non stanno rispettando».
Barcellona? «Se il caso Negreira non fosse andato in prescrizione, sarebbe retrocesso»
Tebas salta di palo in frasca. Dopo Uefa e Fifa è il turno della Superlega e dei club che vogliono farne parte. «O sei a favore o meno, non c’è spazio per mezze misure. È possibile un accordo con Florentino Pérez? No. Non ho intenzione di negoziare su questo. Al Real Madrid stanno cercando di far credere a tutti una teoria del complotto che non esiste».
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Avere una Liga senza Real Madrid e Barcellona «è impossibile. È come Madrid senza la Puerta de Alcalá. Non rientra nella legislazione europea o nella legislazione del paese. Il modello europeo dello sport si basa su leghe nazionali. Né l’Europa né nessun altro lo permetterà, ma ci sarà qualcuno che ci crederà».
La Champions non è nemmeno la soluzione, ancora meno con questo format. «Bisognerà vedere quali effetti economici avrà. Sono successe due cose da quando ho votato per questo. Uno, è stata creata la Coppa del Mondo per club, che non esisteva, con il voto della Uefa. La nuova Champions League è stata prorogata fino al 2034 senza tenere conto dei club. Molti campionati nazionali vengono cannibalizzati. Non è importante se mi piace o no, ma ciò che è chiaro è che dovremo sederci. Saranno dati meno soldi al calcio spagnolo e poi la colpa è di Tebas?!».
Il Barcellona non è nemmeno tra le squadre preferite da Tebas. Almeno con la dirigenza attuale. «Il Barcellona deve sempre preoccuparsi per la situazione economica. Il Barça sta uscendo da terribili perdite dell’era Covid e deve riprendersi. E poi con operazioni come Barça Estudios, non sono andate bene. Deve essere preoccupato e impegnato. Immagino che anche il Real Madrid sia preoccupato per la questione dello stadio».
Tebas ha anche una particolare su Dani Olmo: «C’erano quattro mesi da agosto perché il Barça trovasse delle soluzioni. C’era tempo e modo di lavorare, volevano risolvere in fretta e in tre giorni. Il 3 gennaio, dopo le garanzie che avevamo chiesto, sono arrivati i soldi e hanno risolto. E gli hanno dato una misura precauzionale, mettendo in discussione alcune cose. Olmo ha firmato i suoi accordi sapendo che a dicembre avrebbe potuto non essere registrato. Olmo non dovrebbe finire il campionato con il Barcellona».
Questione Negreira, Tebas dice:
«La corruzione sportiva rientra nella sfera penale e non è soggetta a prescrizione. Riteniamo che l’intenzione fosse quella di influenzare la promozione e la retrocessione degli arbitri. In ambito sportivo, quando l’abbiamo scoperto, era già prescritto. Se potessimo imporre sanzioni, certamente lo faremmo. L’ho già detto: se non fosse stato prescritto, il Barcellona sarebbe retrocesso».