ilNapolista

A Napoli si sono riattivate le cellule dormienti dell’anticontismo

Arbitri, complotti, presunti cambi sbagliati lasciano il tempo che trovane. Le tracce dell’attentato alla stagione del Napoli sono evidenti

A Napoli si sono riattivate le cellule dormienti dell’anticontismo
Napoli's Italian coach Antonio Conte looks on before the Italian Serie A football match between AS Roma and Napoli at the Olympic Stadium in Rome on February 2, 2025. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

A Napoli si sono riattivate le cellule dormienti dell’anticontismo

È bastato un (deludente) pareggio per spazzare via “l’anema e core” della nevrastenica tifoseria partenopea. Per gli amanti del cinema quello di ieri è sembrato il remake di “Caduta nel lago di Como”, il dio del calcio ha voluto che in laguna ci fosse soltanto una scivolata. Poi vabbè scivolare su un campo non idratato, a detta di un Conte, smentito dalla solerte Dazn, è un ulteriore paradosso di una stagione che per tanti aspetti sembra si un remake, ma del primo anno spallettiano. Certo a Spalletti non fu sottratto il miglior giocatore della rosa per distacco a metà stagione. A fine stagione fu ripulita la rosa, alleggerendo il monte ingaggi ed il tasso tecnico. Dando vita ad una delle vittore del campionato più casuali degli ultimi trenta campionati, visti i due unicorni proveniente dalla Corea e dalla Georgia. Talmente casuale che il distacco tra prima e seconda segnò sedici punti.

Al primo intoppo, oltre che ai professionisti del complotto e arbitrapiattisti vari, sono rientrate, in servizio permanente effettivo, le cellule dormienti dell’anticontismo. Ma c’è poco da imputare (all’ancora per poco) allenatore del Napoli. A differenza della volgare vulgata che vuole come vittime sacrificali le squadre alla destra della classifica, evidentemente da marzo a maggio altro che calendario in discesa. Ci sarà da lottare e tanto. Eccetto per il Monza, che sembra oggettivamente meno volitivo delle altre pretendenti. Parma, Cagliari, Empoli giocano per la permanenza nella massima serie, per cui non sono previste passeggiate, ma percorsi impervi ed accidentati, fatti di sofferenza, unità d’intenti e voglia di superare i propri limiti. Se nelle prime venti partite il tasso tecnico permetteva di vincere anche col minimo scarto, l’abbassamento di questo tasso comporta esiti prevedibilmente previsti.

La società, dopo la cessione di Kvara e un posto Champions blindato, è in pieno periodo refrattario. Il finale di stagione fa “paesaggio”. Effettivamente non sarebbe neanche male cercare di evitarsi gli imbarazzanti bizantinismi da prima repubblica del post scudetto 2023. Chi ha il compito di andare oltre i propri limiti, è il gruppo storico di calciatori che a parte una stagione di fede assoluta, da anni a Napoli non riesce a fare quel salto di qualità che evidentemente non riesce a tirar fuori. Tante, forse troppe, le figure da animelle rimediate in giro per l’Europa. Come furono delle catene per Insigne e Selfiens, sono delle catene i limiti per Di Lorenzo, Lobotka, Politano ed Anguissa (indolente a Venezia). Conte può arrivare sino ad un certo punto. Ha reso nuovamente dei calciatori, giocatori che nella passata stagione hanno dimostrato di aver bisogno di una guida sicura ed autorevole per tornare a perfomare. Ma puoi avere il miglior allenatore del mondo, ma i propri limiti si superano in autonomia. Altrimenti non diventi mai uomo.

La pausa per le Nazionali arriva in tempo. Il Napoli se vuole sopravanzare l’Inter di corto muso, deve tornare ad essere convincente. Le vittorie stiracchiate come contro la Fiorentina servono a poco. Ma quello che fa più paura è il trend azzurro. Al di là degli scaramantici richiami sui finali di Conte, la verità è che con Kvara titolare e Neres a disposizione i punti in 20 giornate sono stati 47. Dal quando Kvara pasteggia ad éclaires e pain au chocolat, e Neres è lungodegente, il Napoli ha messo insieme 14 punti in nove partite. Un caso? Certamente no. Il Napoli non ha sufficienti uomini per dettare cambi di tema ed incanalare le partite in binari diversi da quelli che non riesce a schiodare, con le proprie armi. La verità è questa. Arbitri e complotti non c’entrano. Italiano nemmeno.

La pistola fumante dell’attentato alla stagione la si cerchi in casa propria.

ilnapolista © riproduzione riservata