A Viva El Futbol: «Ma non se l’è neanche guadagnato con il merito. La società perché non parla di scaricabarile? Con quali criteri sceglie? Non vince uno scudetto da cinque anni».

Lele Adani a Viva El Futbol commenta l’esonero di Thiago Motta dalla Juventus.
Adani: «La Juventus doveva dare più tempo a Thiago Motta»
«Se l’obiettivo era la qualificazione tra le prime quattro per la Champions, Motta è stato esonerato a un punto da quell’obiettivo. Quindi era in linea con gli obiettivi del campionato. Non era in linea nell’imporre la sua idea ed essere credibile; nel tentativo di cercare di una strada ha cambiato troppo spesso; non ha avuto continuità; non ha avuto il tempo per lavorare, perché otto mesi, rispetto al ciclo passato di tre anni, sono pochi, soprattutto quando parti da zero. Non ha avuto tempo, ma non se l’è neanche guadagnato con il merito. Gli sono stati presi tanti giovani, ma lui non è stato bravo a cercare un certo tipo di sostegno da parte della società. E la società, quando l’ha confermato sei giorni prima, tre giorni dopo l’aveva già sfiduciato e cercava altri allenatori. Questa è una storia che doveva avere un appoggio diverso, una visione più ampia per un progetto partito in estate e che doveva un ciclo triennale; ma sappiamo come va il calcio con gli allenatori che si esonerano, si chiamano altri, o si richiamano dopo. Prendendo atto del progetto Thiago Motta-Juve, con ds Giuntoli, tanti giocatori che hanno fatto male… questo progetto è totalmente sconfessato dopo otto mesi. E tutti hanno delle colpe, compreso Motta, ma lui ha pagato».
Resto basito per il comportamento di chi dovrebbe avere uno stile, un Dna e ha la storia ereditata dalla famiglia più antica del calcio italiano e alla fine nelle scelte dirigenziali attuali ha comportamenti da dilettanti. Tutti abbiamo sentito dopo Firenze che si sarebbe ripartiti con Thiago Motta. Lancio una provocazione: invece di parlare di bilanci… perché non si parla di scaricabarile? In questo sistema, il dirigente deve essere competente ed essere pronto a pressioni di giornali e tifosi, essere cosciente della bontà del progetto e dell’obiettivo da centrare e cosa può accadere in corsa. Condanno totalmente l’esonero di Thiago Motta, ma non perché ha fatto bene: io dico che il lavoro scelto da un dirigente deve essere accompagnato, incalzato, messo in discussione sull’allenatore, deve essere aiutato. Ci deve essere una connessione costante che porti a far sì che un percorso scelto per provare a intraprendere una strada di ostacoli, dissensi, contestazioni… ma se io ci credo e ho la capacità e la libertà e la presa di posizione lottando ogni giorno, questo mette in condizione un dirigente di essere a un livello piuttosto che a un altro».
Ha poi aggiunto:
«Thiago Motta è arrivato ad essere nella lista della Juve perché lo ha meritato. Non doveva per forza continuare ad essere in panchina, ma la società deve essere di livello per credere in qualcosa. Sennò navighi a vista ogni volta. Motta può ritenersi uno dei responsabili della scelta di spendere più di 200 milioni sul mercato; la Juventus negli ultimi 5/6 anni ha speso 1 miliardo, e non vince lo scudetto da 5 anni. Di quelli non è responsabile Motta. Perché a lui sono stati dati otto mesi e ad Allegri tre anni? Prendi Sarri, inizi un nuovo percorso, vince lo scudetto e lo cacci. Prendi Pirlo poi lo cacci. Mentre le altre squadre vincevano perché gli era data possibilità di sbagliare e di continuare. Al terzo anno di Allegri, senza coppe, è arrivata a 23 punti dall’Inter e ha perso contro il Sassuolo (che poi è retrocesso) prendendo 4 gol a Reggio Emilia. In campo c’erano giocatori che, sommati, avevano vinto 70 titoli. Io non dico di tenere Motta, ma dimmi cosa sta facendo la Juve… con quali criteri sceglie? A volte tiene, a volte caccia, a volte confida… poi dopo invece te la mette in quel posto. Allora prendo Tudor, ma mi dovete dire cosa facciamo in tre mesi di Tudor. Queste cose qua accadono negli amatoriali. Rassegnatevi, arrendetevi e adeguatevi, perché il calcio va avanti e da cinque anni possono diventare dieci senza scudetti. Cercate la strada, che non è fare i furbi e dire bugie; bisogna ammettere che il lavoro paga e il mondo va avanti. Vogliono un top manager? Ma la direzione sarà sempre la stessa. La gente sogna Conte, ma ormai non si cerca più gente per coprire i difetti di progettualità».