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Al via domani il processo per la morte di Maradona: sette gli imputati (rischiano fino a 25 anni di carcere)

Ce n’è un’ottava, l’infermiera, che sarà processata a parte. 192 saranno i testimoni e una enorme mole di prove, studi medici, perizie sui cellulari.

Al via domani il processo per la morte di Maradona: sette gli imputati (rischiano fino a 25 anni di carcere)
View of murals depicting Argentinian football legend Diego Maradona at La Boca neighborhood, in Buenos Aires on November 25, 2020, on the day of his death. (Photo by ALEJANDRO PAGNI / AFP)

Avrebbero dovuto prendersi cura di Diego Maradona e invece ne hanno provocato la morte, o almeno lo hanno fatto secondo le figlie del Diez ma, soprattutto, secondo i pm che hanno hanno condotto le indagini culminate nel rinvio a giudizio per “omicidio con dolo eventuale”. Gli imputati sono: Leopoldo Luque (neurochirurgo e medico personale di Maradona), Agustina Cosachov (psichiatra), Ricardo Almirón (infermiere), Nancy Forlini (medico svizzero), Mariano Perroni (caposala), Carlos Díaz (psicologo) e Pedro Di Spagna (medico clinico).

Domani, 11 marzo alle ore 9.30, i sette si accomoderanno sul banco degli imputati presso il tribunale  N° 3 di San Isidro. In precedenza c’erano state due sospensioni. Manca l’ottavo nome, quello dell’infermiera Dahiana Madrid. Per la donna si terrà un processo a parte il prossimo luglio. Sempre per luglio è prevista la conclusione del processo dei sette accusati della morte di Diego. Gli imputati, riporta La Nacion, rischiano una pena che va dagli 8 ai 25 anni di carcere. Saranno ascoltati 192 testimoni, saranno prese in esame una gran quantità di prove, studi medici, perizie sui cellulari. Saranno presentati anche i risultati delle varie perizie mediche.

La morte di Maradona

Poteva essere evitata la morte di Maradona? Quel 25 novembre del 2020 chi era stato pagato per accudire El Pibe De Oro ha fatto tutto il possibile per evitarne il decesso o, peggio, se ne sono altamente fregati, ovvero, sono stati negligenti pur sapendo che quella negligenza avrebbe potuto avere conseguenze tanto drammatiche quanto irreparabili? È quanto cercherà di appurare il giudice del tribunale. Quel maledetto giorno, mentre la pandemia teneva il mondo chiuso in casa e portava gli ospedali al collasso, Maradona si trovava in località Tigre per riprendersi da un intervento di neurochirurgia per la rimozione di un ematoma subdurale. L’intervento, eseguito il 4 novembre, riuscì perfettamente. Fece seguito un periodo di convalescenza che Maradona, per l’appunto, affrontò in una casa a Tigre. Il 25 novembre, Maradona morì. Secondo un esame forense eseguito nell’aprile del 2024 da un medico legale su mandato di due avvocati difensori, Maradona sarebbe morto per arresto cardiorespiratorio a seguito di edema polmonare acuto. Ciò, affermano gli avvocati difensori, escluderebbe responsabilità da parte dei medici.

Vadim Mischanchuk, avvocato dell’imputata Agustina Cosachov, ex psichiatra di Maradona, ha affermato che:

L’autopsia indicava che erano stati prelevati 300 millilitri (ml) di urina per l’esame degli esperti. Tuttavia, solo 24 ml sono arrivati al laboratorio, molto meno dei 50 minimi richiesti per un’analisi tossicologica conclusiva. Abbiamo anche appreso che Maradona non è morto dopo una lunga agonia. Sappiamo che aveva un problema cardiaco, ma non credo che conosceremo mai la causa dell’aritmia.

Per il sostituto procuratore di San Isidro, Patricio Ferrari, quello che la difesa definisce una “prova inequivocabile dell’innocenza dei medici”, altro non è che una mossa disperata che non cambia nulla . La perizia, afferma Ferrari, è stata prodotta esclusivamente su prove fornite dalla difesa in 72 ore. Una cosa molto discutibile ed ha aggiunto:

La nostra perizia è stata eseguita congiuntamente da 21 professionisti della sanità nell’arco di tre mesi. La storia dell’urina rubata è una manovra priva di fondamento.

Per Dalma Maradona i medici sono stati negligenti

Come ricorda Le Parisien, Dalma Maradona (la figlia) ha accusato i medici di non aver fatto il loro lavoro e si è detta certa che tutti gli imputati saranno giudicati colpevoli. Sempre il quotidiano francese ricorda come Sebastian Sacchi, portavoce di Maradona, abbia ribadito che nessuno crede all’esistenza di un piano per uccidere il fuoriclasse argentino ma si è detto convinto che qualcuno abbia agito male, lasciando alla giustizia il compito di scoprire chi abbia sbagliato.

Chi sono i sette accusati

Il nome di punta del processo sulla morte di Maradona è quello del neurochirurgo Leopoldo Luque ritenuto tra i maggiori responsabili del progressivo deperimento di Maradona fino al decesso. Ricorda tn.com che è stato il dottor Luque a consigliare a Maradona l’intervento alla testa, pur non essendo ritenuto urgente e consapevole di possibili rischi. In diversi messaggi audio, inoltre, si ascolta Luque parlare con disprezzo di Maradona. Messaggi per i quali, in seguito, il dottore ha chiesto scusa affermando di vergognarsi di quanto detto.

Augustina Casachov era la psichiatra di Maradona. Era lei ad indicare i farmaci che Maradona doveva assumere. La psichiatra ha firmato le dimissioni del Pibe de Oro dalla clinica Olivos. A carico della donna c’è anche l’accusa di falso ideologico in quanto avrebbe firmato certificati dell’idoneità psichica di Maradona senza visitarlo. Inoltre la psichiatra avrebbe fatto uso della firma di Maradona su alcuni documenti, senza il suo consenso.

Ricardo Omar Almiron era l’infermiere di Maradona. Il suo non è un nome nuovo alla giustizia. L’infermiere è stato processato nel 2022 per  abusi sessuali. La vittima, così come l’accusato, si dedicava alla Murga (una forma di teatro di strada) e sarebbe stata presa con la forza dall’accusato che aveva approfittato dello stato di ebbrezza della donna.

La dottoressa Nancy Edith Forlini, 53 anni, all’epoca dei fatti lavorava per la Swiss Medical, compagnia che fornisce assistenza medica a domicilio. La donna ha dichiarato che le era stato chiesto di organizzare un servizio di assistenza infermieristica e di accompagnatori terapeutici che sarebbero stati accanto all’ex calciatore 24 ore al giorno. Ha indicato Luque e Cosachov come coloro che prendevano tutte le decisioni relative al trattamento.

Il quarantenne Mariano Perroni era il coordinatore infermieristico di Maradona. Nella sua deposizione del giugno 2021, Perroni ha assicurato di non aver mai avuto contatti con El Diez e che i suoi compiti erano solo amministrativi.

Carlos Diaz è lo psicologo incaricato da Matias Morla, legale e amico di Maradona, di prendersi cura del Diez. Pedro di Spagna, medico di 49 anni,  era responsabile del follow-up clinico del ricovero di Diez a casa. I pubblici ministeri lo accusano di aver visto il paziente in una sola occasione e di non aver effettuato correttamente i controlli.

 

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