In Real-Atletico di Champions ha fatto la “mitica gravesinha” e poi segnato il gol del 2-1: “Muove l’anca, quasi si sloga la caviglia. Cade in ginocchio, come avesse visto il Papa. Giménez rimane sconcertato”

El Pais descrive il gol vittoria del Real Madrid sull’Atletico negli ottavi di Champions. L’ha segnato Brahim Diaz, il piccoletto ex Milan che al Real Madrid spesso entra e leva le castagne dal fuoco per Ancelotti. Lo ha fatto anche ieri sera. E per descrivere meglio il gol, è meglio lasciar parlare il quotidiano spagnolo.
Brahim Diaz ha fatto la “mitica gravesinha” in Real-Atletico di Champions
“«Il gol è più frutto del controllo che del tiro», dice Jorge Valdano quando Rodrigo de Paul lascia sfuggire una palla pulita in area. Ecco cosa succede in Champions League. Che da un controllo fallito di De Paul, Valdano tiri stupidamente fuori una citazione che vale tanto per il calcio quanto per il sesso.
La palla poi cade delicatamente in area verso Brahim. Davanti a lui c’è José María Giménez, un difensore uruguaiano troppo alto e troppo forte per marcare Brahim in area. Come far inseguire Jerry a Tom. Per un centrocampista ambidestro e dispettoso, con un baricentro basso, una vera chicca.
A volte Brahim, bisogna dirlo, sembra giocare con le scarpe che indossava Michael Jackson in Smooth Criminal, quelle con il tacco avvitato al pavimento. Per difendere bene Brahim, serve un difensore con uno scheletro elastico, loquace, astuto, qualcuno con cui sfogarsi in campo parlando di traumi minimi. Giménez non è uno di questi. All’improvviso Brahim lo invita a ballare. Muove l’anca da un lato per alcuni secondi, poi il suo piede fa qualcosa di strano. Infatti, guardando il replay al rallentatore, si può vedere che si è slogato la caviglia, si spera involontariamente, perché altrimenti stiamo parlando di conseguenze peggiori. Cade improvvisamente in ginocchio, come se avesse visto il Papa, e Giménez rimane completamente sconcertato: il suo rivale ha fatto una finta con l’anca, si è slogato una caviglia con una brutta prognosi e ha finito per procurargli la mitica gravesinha. Giménez non ci può credere.
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Fu un colpo da maestro da parte di Brahim, che ha ancora un mondo davanti a sé. Se continua a torcersi le ossa per sbilanciare gli avversari, arriverà al traguardo in barella. Quindi, annoiato, tira“.
Non solo Brahim Diaz. Non dimentichiamo che il primo gol l’ha segnato un certo Rodrygo, uno che non sa più come stupire pur di guadagnare un po’ di continuità.
“Reincarnatosi nella spada da samurai di Hattori Hanzo, il brasiliano ha sfondato due volte la difesa dell’Atleti, segnando un gran gol e sfiorando il rigore. È il paradosso di Rodrygo: un giocatore che viene spostato a destra, su un’ala che non gli piace, deve fare del suo meglio per guadagnare peso agli occhi dell’allenatore e poter giocare dove vuole, cioè a sinistra. Se la cava così bene in partite così importanti, perché spostarlo?”