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Briatore: «Il libretto delle istruzioni non l’ho smarrito, so come si vince. Ho 74 anni e di tempo non ne ho»

Al CorSera: «Nel 2026-27 dobbiamo giocarci il Mondiale. All’Alpine ho visto gente arrivare alle 3 del mattino per produrre un pezzo, finalmente ci credono»

Briatore: «Il libretto delle istruzioni non l’ho smarrito, so come si vince. Ho 74 anni e di tempo non ne ho»
Azerbaijan Grand Prix, Baku 22 - 25 June 2017 24.06.2017 - Flavio Briatore (ITA) PUBLICATIONxNOTxINxUK Azerbaijan Grand Prix Baku 22 25 June 2017 24 06 2017 Flavio Briatore ITA PUBLICATIONxNOTxINxUK

Flavio Briatore l’anno scorso è tornato in F1, alla testa dell’Alpine (ex Renault). «Ho 74 anni e devo sbrigarmi a vincere» dice al Corriere della Sera. Il team francese vuole diventare una minaccia per i Big Four (McLaren, Ferrari, Red Bull e Mercedes).

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Briatore: «All’Alpine ora ci credono»

Dica la verità: ha avuto successo in tanti settori, ma niente dà stimoli e a soddisfazione come la Formula 1.
«Ho passato 15 anni della mia vita in F1, in realtà non sono mai uscito del tutto, Stefano Domenicali mi aveva nominato ambasciatore ed ero rimasto in contatto con tanti. Però non pensavo di rientrare come sono rientrato».

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Però la Alpine non vince da tanto tempo.
«Il team non era messo bene, allora ho chiamato Luca De Meo (ad del gruppo Renault ndr) dicendogli: “Ho un po’ di tempo, se vuoi posso dare una mano”. Il mio ritorno è nato così, Luca è una persona intelligente, ha dimostrato di essere il numero uno dell’industria dell’automobile. Avere il suo sostegno ha semplificato tutto».

Come farà a tornare al vertice?
«Il libretto delle istruzioni non l’ho smarrito. So di cosa c’è bisogno per vincere e non è dire: “serve tempo”. Nel 2026-2027 dobbiamo essere lì a giocarci il Mondiale, io ho 74 anni e di tempo non ne ho».

Verstappen non ha più la macchina migliore, lo vede in lotta per il titolo?
«Sono finiti gli anni in cui dominava. L’anno scorso l’ha vinto lui, è stato incredibile anche quando la macchina non era competitiva. È capace di magie, come quando in Brasile sotto la pioggia ha dominato: eravamo dietro di lui (con Gasly e Ocon, ndr) e continuava ad aumentare il ritmo senza paura di sbagliare mentre altri uscivano di pista. Quella vittoria è stata un’opera d’arte. Perciò può tutto».

Entusiasmo alle stelle per Hamilton in Ferrari, ma lei non lo avrebbe preso.
«No, non lo avrei preso. La Ferrari aveva già due piloti molto forti: Leclerc e Sainz. Lasciando perdere il marketing che Lewis ha portato, ritengo Charles uno dei più veloci, in qualifica il migliore. E Carlos è un duro. Era una bella coppia, ma in Ferrari hanno avuto altre idee».

Newey può trasformare l’Aston Martin?
«Un uomo solo può aiutare, ma non può cambiare tutto. Adrian è il vero artista della F1: pensa la macchina ma deve avere un gruppo che traduce i suoi pensieri».

E lei Briatore come fa la differenza?
«Con la motivazione crescono tutti: ho visto gente arrivare alle 3 del mattino per produrre un pezzo che può valere una posizione, finalmente ci credono. Quando sono entrato in fabbrica ho detto: “Lo so che fate macchine, ma le fate lente. D’ora in avanti rendiamole veloci, eh!».

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