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Brignone: «Ho reso possibile l’impossibile senza bruciare le tappe, prima ero un’atleta allo sbaraglio»

A La Stampa: «La mia è la storia di un’atleta che mette in gioco tutto. Svolta più mentale o tecnica? La mente ti aiuta a migliorare tecnicamente, nella vita raccogli ciò che semini».

Brignone: «Ho reso possibile l’impossibile senza bruciare le tappe, prima ero un’atleta allo sbaraglio»
Beijing (Cina) 07/02/2022 - sci / Olimpiadi Beijing 2022 / foto Imago/Image Sport nella foto: Federica Brignone

Non è ancora aritmetica la vittoria della Coppa del Mondo per Federica Brignone, ma con il primo posto di ieri nel SuperG è praticamente quasi fatta. L’intervista della sciatrice rilasciata a La Stampa.

Brignone: «Ho reso possibile l’impossibile, prima ero un’atleta allo sbaraglio»

Cosa significa per lei la Coppa del Mondo?

«Un sogno. Ho reso possibile l’impossibile. Il mio obiettivo era impormi a La Thuile davanti alla mia gente ma tutto il resto non era programmato. E’ qualcosa di folle, di grande, non so neppure descriverlo. E’ la storia di un’atleta che mette in gioco tutto».

Cosa ha pensato prima del via?

«Avevo le energie basse ma ero meno stressata rispetto a giovedì e la pista molto più bella. E’ stata una stagione impegnativa, ho fatto tante gare in Italia e il contorno è stato invadente. Non è stato facile gestire la pressione».

La sua svolta è stata più mentale o tecnica?

«Le due parti viaggiano a braccetto. La mente ti aiuta a migliorare tecnicamente e fisicamente. Poi la determinazione e l’impegno ti permettono di essere motivata e alzare l’asticella. Ma nella mia carriera un ruolo fondamentale ce l’ha mio fratello Davide. Mi ha aiutato, al di là degli allenatori».

Ci ricorda come vinse la sua prima Coppa nel 2020?

«Ero in Svezia e stavo facendo merenda con le mie compagne di squadra. Stavamo bevendo il thè quando arriva un messaggio di Rulfi (il dt della Nazionale), scriveva “La guerra è finita”. Avevano annullato le gare per la pandemia ed ero in testa alla classifica. Lì ho realizzato. Poi la Coppa è arrivata per posta ed è mancata la festa col pubblico».

A 34 anni lei è un esempio e un punto di riferimento per i giovani. Qual è il segreto?

«Sono cresciuta con calma. Ho fatto tutto passo dopo passo. All’inizio ero anche una che giocava, ero allo sbaraglio, non l’atleta che sono oggi. Diciamo che non ho mai bruciato le tappe e questo incide su quello che faccio adesso. Ho sempre cercato di migliorarmi. Nella vita raccogli quello che semini per cui se non ti viene una volta, ci riprovi e metti del tuo, alla fine riesci».

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