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Burlando: «Maradona è stato trattato come un animale»

As riporta le parole del legale di Dalma e Giannina Maradona: «Dal Tribunale è emerso chiaramente che Diego è stato trattato in maniera disumana»

Burlando: «Maradona è stato trattato come un animale»
View of murals depicting Argentinian football legend Diego Maradona at La Boca neighborhood, in Buenos Aires on November 25, 2020, on the day of his death. (Photo by ALEJANDRO PAGNI / AFP)

Fernando Burlando, avvocato di Dalma e Giannina Maradona, figlie di Diego Armando Maradona, ha rilasciato dichiarazioni forti in merito al trattamento ricevuto dall’ex campione prima della sua morte. Dopo l’ultima udienza del processo in corso, ha affermato che i professionisti incaricati della sua salute «lo hanno trattato come un animale». L’autopsia ha infatti rivelato che Maradona è deceduto dopo un lungo periodo di sofferenza. «Ciò che è emerso in tribunale dimostra chiaramente che Diego è stato trattato in modo disumano», ha dichiarato Burlando durante la trasmissione “La noche de Mirtha”, definendo quanto accaduto come un vero e proprio omicidio. A riportarlo è Diario As.

Burlando: «Diego è stato trattato in modo disumano»

L’avvocato ha precisato che l’accusa non riguarda semplicemente errori medici o negligenza, ma piuttosto un’azione deliberata. «Le otto persone responsabili della salute fisica e mentale di Diego sono accusate di omicidio volontario. Quando qualcuno si trova in una condizione così grave, vicina alla morte, e chi lo assiste continua ad agire come se nulla fosse, si tratta di omicidio», ha spiegato.

Burlando ha inoltre puntato il dito contro le sorelle di Maradona, proprietarie del marchio a suo nome, e contro l’avvocato Matías Morla, sostenendo che abbiano tratto vantaggio dalla sua morte. Secondo lui, l’assenza di Diego ha generato benefici economici per persone diverse dai suoi eredi diretti. «Esistono contratti che, stranamente, sono stati firmati prima della sua morte e hanno garantito vantaggi economici ad alcuni soggetti, che continuano persino a guadagnare grazie al suo nome», ha denunciato.

L’avvocato ha poi rivelato che i cinque figli di Maradona vogliono un’indagine approfondita sulle condizioni di salute del padre al momento della firma dei documenti che concedevano alle sorelle i diritti sul marchio e sull’immagine per i dieci anni successivi alla sua morte. Burlando ha definito “innaturale” che l’eredità sia finita nelle mani delle sorelle di Maradona invece che dei suoi figli.

Ancora il quotidiano spagnolo sulla vicenda, come avevamo già raccontato:

“L’ispettore capo Mauricio Cassinelli, esperto in autopsia, ha testimoniato giovedì davanti al tribunale che, al momento della sua morte, il popolare idolo aveva “un cuore che pesava più del doppio delle sue dimensioni normali “, presentava “un edema generalizzato, dalla testa ai piedi” e mostrava segni di un’agonia prolungata, che avrebbe potuto durare fino a 12 ore.

Cassinelli, che all’epoca ricopriva la carica di Direttore di Medicina legale presso la Sovrintendenza della Polizia scientifica, affermò che Maradona aveva accumulato “quattro litri e mezzo di acqua nel suo corpo”, tre dei quali nell’addome. Ha anche affermato che l’acqua trovata nel corpo “non si forma in uno, due o quattro giorni”, ma piuttosto “è qualcosa che progredisce”

Gli imputati in questo processo sono il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicoanalista Carlos Díaz, la dottoressa Nancy Forlini (coordinatrice della Swiss Medical), il medico Pedro Di Spagna, il coordinatore infermieristico Mariano Perroni e l’infermiere Ricardo Almirón.

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