Al podcast Tennis Insider Club: «È una citazione. Dopo questa frase gli ho chiesto se avesse davvero 23 anni e mi sono detto: ‘Ok, andiamo avanti’»

Descrivere Sinner non è facile. Questo perché i pregi e i complimenti sono ormai finiti. E allora forse meglio lasciare parlare chi gli sta accanto quasi ogni giorno. Lo ha fatto Darren Cahill, coach del numero uno italiano, al podcast Tennis Insider Club, condotto dalla giocatrice Wta Caroline Garcia.
«Non preoccuparti delle critiche di persone da cui non accetteresti consigli». Questa frase l’ha detta Sinner stesso. È una citazione, ma colpisce che sia un 23enne ad usarla. Lo ha fatto nel pieno delle polemiche sul caso Clostebol (e il riferimento è piuttosto evidente) parlando con Cahill in merito al caso Clostebol e al rumore mediatico che questo ha scaturito.
«Dopo questa frase gli ho chiesto se avesse davvero 23 anni – ha proseguito Cahill – So che è una citazione già fatta, ma detta da lui mi sono detto: ‘Ok, andiamo avanti’».
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Sinner, «Con lui è stato diverso rispetto alle esperienze passate»
Il caso Clostebol si è concluso con la squalifica di tre mesi accordata con la Wada. Nel mezzo, però, un periodo complesso, in cui i due allenatori di Jannik, Cahill e Vagnozzi hanno avuto un ruolo preciso: «Gli ultimi 12 mesi sono stati difficili. Abbiamo cercato di proteggerlo, di fargli capire che non ha fatto nulla di male e che deve essere orgoglioso della persona che è».
Cahill racconta il primo incontro con Jannik è proseguito nel racconto del loro primo incontro:
«Con Sinner è stato diverso rispetto alle esperienze passate. Ho commentato i match di Jannik per Espn qualche anno fa e ho pensato: ‘Questo ragazzo è bravo’. Il modo in cui colpisce la palla, il suono che fa quando colpisce, il modo in cui si muove. Sapevo che sarebbe stato un grande giocatore e aveva un grande coach, Riccardo Piatti. Poi per lui è arrivato il momento di cambiare. È arrivato Simone, mentre io ho ricevuto la chiamata durante il Roland Garros. A Eastbourne è stata la prima volta insieme e ci siamo trovati bene. È una bravissima persona, umile, dai grandi valori e con cui è facile non solo lavorare, ma anche passare del tempo».
Per concludere, il coach dei numero uno ha voluto mandare un ultimo importante messaggio: «Jannik è un ragazzo maturo, un bravo ragazzo. L’Italia è giustamente fiera di lui, e non c’è nulla di cui non essere orgogliosi».