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Calafiori, gli accertamenti scongiurano il peggio: lesione al collaterale sinistro, starà fuori poche settimane (SkySport)

Si parla di lesione fra il primo e secondo grado, molto meno di quello che si poteva temere. Sospiro di sollievo per il giocatore e l’entourage azzurro

Calafiori, gli accertamenti scongiurano il peggio: lesione al collaterale sinistro, starà fuori poche settimane (SkySport)
Mg Lipsia (Germania) 24/06/2024 - Euro 2024 / Croazia-Italia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Riccardo Calafiori

L’inviato di Sky che segue da vicino la nazionale italiana, Marco Nosotti, fornisce i primi aggiornamenti sulle condizioni di Calafiori. Il difensore dell’Arsenal nel finale di partita contro la Germania ha subito un movimento innaturale del ginocchio. In un primo momento si è temuto il peggio. Dopo i primi accertamenti mattutini però si può tirare un sospiro di sollievo. Il giocatore ha subito una lesione a collaterale sinistro, una lesione tra il primo e secondo grado. Tutto sommato è una notizia positiva, poteva finire molto peggio.

Notizie tutto sommato positive per Calafiori

Le parole di Marco Nosotti a Sky Sport:

«Per quanto riguarda Calafiori, notizie positive tutto sommato. Si parla di un problema al ginocchio sinistro, un problema al collaterale sinistro, si parla dopo gli accertamenti del mattino fra il primo e secondo grado, molto meno di quello che si poteva temere. Problema doloroso da gestire ma la prognosi prevede poche settimane. Sospiro di sollievo per il giocatore e l’entourage azzurro».

In altre parole, la federazione non ha ancora diramato un vero e proprio report medico. In ogni caso, le prime sensazioni raccontano di una probabile lesione al collaterale del ginocchio tra il primo e il secondo grado. Se l’ipotesi fosse confermata, i tempi di recupero per il difensore mancino si aggirerebbero tra le tra le due e le tre settimane.

«A 16 anni, dopo l’infortunio, mi avevano detto che non sarei potuto tornare a giocare»

Riccardo Calafiori, difensore dell’Arsenal, ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport. Al centro dell’intervista il suo immediato ambientamento a Londra e nell’Arsenal.

«Ancora non me lo spiego neanche io come ho fatto, sapevo quanto fosse differente la Premier, mi ero dato dei mesi, dei giorni di adattamento, ma devo dire che, anche grazie all’Arsenal, che mi ha aiutato a non sentire la mancanza dell’Italia, sono partito subito forte, mi hanno saputo gestire soprattutto il primo mese e poi sono partito».

Qual è la prima cosa che le ha detto Arteta quando l’ha vista?
«Era già tanto che stavamo parlando, ci sentivamo anche prima dell’Europeo. La prima cosa che mi ha detto è stata: ‘Devi venire qua’. Poi mi ha mostrato il progetto, l’idea che aveva su di me e non potevo che essere d’accordo con lui. Per arrivare al prossimo step è stata la cosa migliore».

Com’è cambiata la sua vita da Bologna a Londra?
«È cambiata tanto. Bologna è una città piccola, facevo tutto a piedi, vivevo in centro, prendevo la macchina solo per andare a Casteldebole. Anno scorso convivevo ed ero fidanzato, qua sono arrivato da solo, città enorme e completamente diversa. Se hai tempo e disponibilità economica Londra è veramente bella. L’unica cosa che non mi piace è il clima (ride, ndr). Abbiamo giocato tante partite, non è semplice girare la città, ma all’inizio un po’ l’ho fatto e a volte puoi passare pure inosservato da quanto è grande».

A chi si ispira?
«Non ho mai avuto un solo punto di riferimento. Da piccolo volevo andare a fare il raccattapalle perché mi interessava vedere come si muovevano, come pensavano i calciatori. Cerco sempre di rubare con gli occhi anche dai ragazzi che mi stanno vicino, non ho un nome in particolare».

Qual è il suo ruolo?
«All’Arsenal faccio il terzino, in Nazionale faccio il braccetto. Mi trovo benissimo in entrambi i ruoli. Comunque mi lasciano libertà con la palla, mi diverto tanto quando mi muovo in quel modo facendo le cose con coscienza».

Thiago Motta le ha cambiato la carriera?
«Sì, assolutamente. Magari sul momento pensavo che mi insegnasse cose che potevo utilizzare solo in quel momento e in quella squadra, ma poi mi sono accorto che me le sono portate dietro pure qui all’Arsenal e all’Europeo».

Quando Calafiori ha capito che sarebbe diventato un calciatore?
«Dopo l’infortunio che avevo avuto a 16 anni. Mi avevano detto che non sarei potuto tornare a giocare, ha scatenato in me una forza diversa, mi ha segnato tanto. Quando sono tornato in campo ero sicuro che avrei fatto il calciatore, ma a questo livello non potevo immaginarlo, non me lo aspettavo».

Quante volte ha rivisto il gol contro il Manchester City?
«Tantissime volte. Era presto, il 22 settembre, la prima da titolare in Premier ed è stata una gioia immensa perché è stata la conferma di quello che pensavo, ovvero che potevo fare la differenza nella partita più difficile. In quel momento il livello del City era il solito».

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