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Careca: «Senza Kvara e Neres, il Napoli ha perso tanto. Con Kvara sarebbe stato diverso questo finale»

Alla Gazzetta: «Ma il calcio va così: il Psg ha speso una cifra notevolissima, e già questo è sufficiente per riconoscere il valore del georgiano»

Careca: «Senza Kvara e Neres, il Napoli ha perso tanto. Con Kvara sarebbe stato diverso questo finale»
1988 archivio Storico Image Sport / Calcio / Napoli / Antonio Careca / foto Aic/Image Sport

Careca: «Senza Kvara e Neres, il Napoli ha perso tanto. Con Kvara sarebbe stato diverso questo finale»

Careca intervistato dalla Gazzetta dello Sport, a firma Antonio Giordano. Si parla ovviamente della corsa scudetto.

E dunque, come finirà?
«L’Inter e il Napoli se la giocheranno ad oltranza, anche se il pareggio di domenica a Venezia lascia assai amarezza in me. Ma può succedere, non bisogna farne un dramma. Probabilmente non è esclusa neanche l’Atalanta, non si può dire: è impossibile prevedere lo sforzo della Champions League quanto costi a Inzaghi ed ai suoi ragazzi. Il Bayern è una distrazione grande. L’Inter è più forte, anche se meno dell’anno scorso; il Napoli si sta riprendendo, però senza Kvara e poi senza Neres ha perso tanto. Ma almeno adesso uno torna mentre il georgiano resterà un rimpianto».

Le piaceva e neanche poco.
«Perché puntava l’uomo e lo saltava e se non era in giornata rappresentava egualmente una preoccupazione per gli avversari. Perché ha dentro di sé un calcio gioioso, trasmetteva allegria. Ma il calcio va così: il Psg ha speso una cifra notevolissima, e già questo è sufficiente per riconoscere il valore di Kvara. Fosse stato qua, sarebbe stato diverso questo finale. Con Kvara e Neres assieme ci sarebbero stati valori più alti ma la corsa allo scudetto resta aperta». 

Ciro Ferrara: «Quando io e Careca disobbedimmo a Ranieri, oggi non lo rifarei»

Ciro Ferrara intervistato dalla Gazzetta dello Sport, a firma Antonio Giordano.

Parla del Napoli di Ranieri.

«Il suo Napoli fu il primo del dopo-Maradona, con tutto ciò che una separazione del genere potè creare nell’ambiente. Un trauma collettivo. Ma Ranieri fu bravissimo, sapeva di innovazioni, soprattutto nella fase difensiva, in cui scorgevi principi di Sacchi».

Andaste bene.
«Chiudemmo quarti, che voleva dire Coppa Uefa, perché la Coppa dei Campioni era riservato soltanto ai vincitori del titolo. E partimmo discretamente anche nella sua seconda annata, con l’15 a Valencia, la cinquina di Fonseca».

Ha aneddoti gustosi che si possono svelare.
Ciro Ferrara: «Vigilia di Napoli-Milan, nel ‘92, gara che avremmo perso 5-1. Eravamo in ritiro a Soccavo e Ranieri voleva, come s’usava allora, che nel pomeriggio facessimo una passeggiata per il Centro Sportivo. Che, viste le dimensione, significava quasi andarsene in giro nel campo. Io e Careca stavamo giocando a biliardino e continuammo, un atto di disubbidienza che non rifarei, che censurò con stile».

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