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Christillin: «Per la Juve giusto cambiare, per il futuro sceglierei Conte»

Se fosse il presidente della Juve vorrebbe Conte l’anno prossimo: «Si tratterebbe l’ennesimo ritorno. Ma Antonio l’ho visto tante volte in azione, anche in Nazionale. Come motivatore non c’è nessuno meglio di lui»

Christillin: «Per la Juve giusto cambiare, per il futuro sceglierei Conte»
Mg Genova 10/10/2018 - amichevole / Italia-Ucraina / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Evelina Christillin

Evelina Christillin, membro aggiuntivo della Uefa nel Consiglio della Fifa, ha commentato l’esonero di Motta e l’arrivo di Tudor: «Non mi permetto di giudicare, non conoscendo tutti i retroscena. La girandola di allenatori degli ultimi anni fa pensare che ci siano dei problemi strutturali. Giuntoli aveva un buon progetto basato sui giovani e soprattutto era stato affidato al presidente Ferrero e all’ad Scanavino il compito di aggiustare i conti, cosa che stanno facendo. Però purtroppo, da settembre a oggi, il progetto sportivo non si è realizzato. I numeri sono impietosi, la Juve è fuori da tutto. Quindi forse è anche giusto cambiare».

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Fiducia a tempo per Tudor, già si parla di altri nomi per l’anno prossimo «È un po’ pesante, ma ci avrà pensato. Lui la Juventus la conosce bene, avrà soppesato pro e contro, è un all-in. Noi juventini gli facciamo i migliori auguri».

Se fosse la presidente della Juve, chi sceglierebbe? «Antonio Conte. Si tratterebbe l’ennesimo ritorno. Ma Antonio l’ho visto tante volte in azione, anche in Nazionale. Come motivatore non c’è nessuno meglio di lui. Ma anche altri nomi sono straordinari come Mancini e Gasperini. Tutti allenatori con qualità enormi, bisogna vedere quali siano le motivazioni per accettare una sfida del genere».

Bilancio esperienza da dirigente Uefa e Fifa: «Il mandato scade il 3 aprile con l’ultimo congresso a Belgrado. È stata una scelta mia non ricandidarmi, ma sinceramente nove anni più dieci di Cio più condizioni di salute non brillantissime mi hanno fatto pensare che fosse meglio così. Ho scritto una lettera ai miei colleghi, sono tutti dispiaciuti, affettuosi e carini, ma penso di aver fatto la cosa giusta. Esperienza meravigliosa ma anche difficilissima, basti pensare alla pandemia, alle guerre, alla Superlega. Vedere la gestione compatta e unitaria di tutto il fronte Uefa è stato complicato ma bello. Di certo non mi sono annoiato».

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