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Conceiçao: «Al Milan non ho scelto io la rosa, non ho tempo per allenare e ho l’obbligo di vincere»

Al Coimbra Football Congress: «Sapevo le difficoltà, non ho avuto grandi possibilità di dare una mia impronta. Dopo il Cagliari ogni giorno vengono accostati nuovi allenatori»

Conceiçao: «Al Milan non ho scelto io la rosa, non ho tempo per allenare e ho l’obbligo di vincere»
Mg Milano 02/03/2025 - campionato di calcio serie A / Milan-Lazio / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Sergio Conceicao

Sergio Conceiçao, allenatore del Milan, è al Coimbra Football Congress, un evento organizzato in Portogallo che riunisce esperti per discutere degli ultimi sviluppi nel calcio.

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Conceiçao: «Non ho avuto grandi possibilità di dare una mia impronta»

«Volevo andare in uno dei campionati migliori al mondo – dichiara Conceiçao sulla scelta di accettare la panchina del Milan -. Sogno e punto a vincere la Champions League ed è per questo che ho scelto il mio attuale club. Sapevo le difficoltà che avrei incontrato, in un contesto in cui non ho scelto io la rosa, dove non ho tempo per allenare la squadra e dove ho l’obbligo di vincere. Tuttavia è un club storico, che può darmi la possibilità di avvicinarmi a uno degli obiettivi che ho per la mia carriera, dopo aver vinto così tanto in Portogallo».

Il futuro di Conceiçao resta comunque in bilico:
«In 30 giorni abbiamo giocato 9 partite: non abbiamo avuto tempo per allenarci, il che è estremamente complicato. Significa che non ho avuto grandi possibilità di dare una mia impronta forte alla squadra. Dopo aver vinto la Supercoppa contro l’Inter abbiamo pareggiato col Cagliari con un errore individuale, che può capitare. Da allora, ogni giorno vengono accostati nuovi allenatori al club…».

Il tecnico ha poi parlato dell’evoluzione delle filosofie di gioco:
«Oggigiorno, a tutti piace costruire partendo dal basso. Anche a me piace giocare così, ma per quello servono giocatori che te lo consentano. Al Porto avevo un portiere fantastico che lo rendeva possibile (Diogo Costa, ndr) e anche al Milan ne ho uno».

Infine una riflessione sul ruolo di allenatore:
«Un allenatore non deve solo capire il calcio. Se conosci solo il calcio, non sai nulla. Per un periodo della mia vita ho dovuto aiutare la mia famiglia dal punto di vista economico, sono andato ad aiutare un cugino a vendere al mercato. Ero un introverso, ma quel periodo mi ha reso quello che sono oggi. Vivete la vita con passione e tenetevi stretto ogni episodio della vostra vita».

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