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Conte, come i fuoriclasse, sente l’odore del sangue. Il campo è una cosa, il futuro un’altra

Tra Conte e il Napoli il problema sono la velocità e i tempi di reazione. Ora, però, ci sono dieci giornate. Nessuno ha il posto fisso

Conte, come i fuoriclasse, sente l’odore del sangue. Il campo è una cosa, il futuro un’altra
Ci Napoli 01/03/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Inter / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Antonio Conte

Conte, come i fuoriclasse, sente l’odore del sangue. Il campo è una cosa, il futuro un’altra

Ehhh sono ancora qua, ehhh già. Cosi canta Vasco Rossi. Antonio Conte si unisce al coro. Anzi è il frontman di questo Napoli, e lo ricorda: nonostante tutto siamo ancora qua: eh già. L’attuale stagione del Napoli non è un corso di sopravvivenza sportiva. È sopravvivenza vera e propria. Qualità che mai erano state mostrate al sostanzialmente incompetente pubblico napoletano. Amante di altro. Amante del vuoto e delle bugie novantuniste. Ci ha lasciati basiti il finale in apnea più del pubblico che del Napoli. La Fiorentina dopo il 2-1 non ha sostanzialmente tirato in porta. Il Napoli si è difeso ordinatamente senza soffrire più di tanto. Meret di fatto non ha effettuato nel secondo tempo un intervento che fosse uno. Billing stava riuscendo nell’impresa di passare da eroe a maledetto nel giro di sette giorni. Per fortuna il fato non ha voluto che accadesse.

Indipendentemente da come finirà questa stagione, questi uomini e questo allenatore sono tutt’uno. Non separi la società quello che la società ha unito! Quello che succederà a giugno lo scopriremo poi. Ma non vi sono altre soluzioni. De Laurentiis con uno scudetto vinto a gennaio nel 2023 non ebbe forza e lungimiranza per programmare. Sicuro, forse troppo, che una Pec e l’aria dolce di Napoli fossero armi sufficientemente convincenti per ammaliare il trappista di Certaldo. Respinto con perdite (molte). Conte, anziché delle supercazzole spallettiane, coltiva una comunicazione molto più chiara e molto più diretta. Vuol vedere che voglia abbia la società di darsi una prospettiva ulteriore al campionatino per andare in Champions, vivacchiando. Perché anche puntare alla Champions può essere un vivacchiare. Se cresci quanto il Napoli in questi anni aspettative e prospettive aumentano. Senza girarci troppo attorno

Conte vorrebbe lasciare un’impronta duratura

Tra Conte e il Napoli il problema sono la velocità e i tempi di reazione. Conte vorrebbe lasciare un’impronta duratura del proprio passaggio (cosa che non manca di ricordare quando parla della capolista) e non un cesariano: veni vidi vici. La società parrebbe essere (con De Laurentiis il condizionale è d’obbligo) in trattativa per l’acquisto dei terreni per il centro sportivo che sorgerà dove è adesso in affitto. Non stiamo comprando la carta da lettere, ma siamo almeno con la penna sul foglio. Certamente il Napoli sarà in Europa la prossima stagione, quella che sta per venire sarà una delle sessioni più intense di calcio mercato degli ultimi anni. Nonostante il campionato strabiliante, o forse proprio per quello, il Napoli avrà bisogno di ristrutturare la propria rosa, in maniera profonda, dandosi più di una una forma.

Per Conte contano al momento le ultime dieci partite, l’undicesima (il futuro) non è però troppo lontana. Nelle prossime dieci però, per raggiungere un obiettivo possibile solo con lui, sarà necessario non sottovalutare nessuno. Il Monza contro l’Inter è stata solo una dolce illusione del sabato sera. L’Atalanta con lo 0-4 di Torino ci ha ricordato del lunedì incombente. Insomma bisogna finire un lavoro. Nel Napoli preoccupano i destrieri che hanno tirato avanti la carrozza per tutta la stagione. Nonostante un solo impegno settimanale, la fatica si fa sentire. Nel finale ci sarà bisogno di tutti. E le stilettate a Neres non sono sembrate tanto casuali. E la gestione di Olivera rispecchia in tutto e per tutto le parole del post partita. Conte non farà più prigionieri fino a metà maggio. Come Diego nel 1990, quando un fuoriclasse sente l’odore del sangue corre verso la vittoria.

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