Giochi chi ne ha di più. Intoccabili non ne devono esistere. Non ripetiamo l’errore di Sarri nella stagione dei 91 punti

«Nessuno più ha il posto fisso». È una delle tante frasi che Conte ha regalato negli ultimi tempi. Conte in orbita Checco Zalone che sul valore del posto fisso per gli italiani costruì un film di grande successo (Quo vado?). È probabilmente giunto il momento di passare dalla teoria alla pratica. Perché il Napoli è sulle gambe, soprattutto con alcuni calciatori. È fisiologico. È comprensibile. Persino preventivabile. Anche se il Napoli non ha giocato le coppe. Perché la stagione ha richiesto un’intensità non solo altissima ma anche costante. Intensità fisica (pensiamo agli allenamenti) e mentale. Basta aver frequentato un pochino lo sport agonistico per comprendere cosa voglia dire giocare al di sopra del proprio livello. Provare a tenere un rendimento più alto di quello che in realtà ci si potrebbe consentire. È uno sforzo che a lungo andare ti svuota. E non a caso ci sono calciatori che nel Napoli sembrano più svuotati di altri. A Venezia, e non è la prima volta che accade, la squadra è calata nel secondo tempo.
Dopo la sosta, sarà il momento per dimostrare che nel Napoli il posto fisso non esiste. Mancheranno nove giornate e sarebbe un delitto non provarci in ogni modo. Comprendiamo perfettamente l’importanza degli equilibri dello spogliatoio ma è interesse di tutti i calciatori lottare fino in fondo per un obiettivo impensabile a inizio stagione. È stato lo stesso Conte tempo fa a regalarci un’altra perla: «Quando un calciatore mi chiede perché non gioco, io rispondo “perché voglio vincere”». Ecco, può succedere e sta succedendo che alcuni calciatori indispensabili per lunghi tratti del campionato, ora abbiano bisogno di rifiatare. Nelle pagelle Fabrizio d’Esposito sottolinea le difficoltà di Politano e Lobotka. In queste settimane il Napoli ha fatto di necessità virtù (sono sempre parole di Conte) e l’emergenza ha consentito di far carburare e inserire più calciatori nel meccanismo della squadra. Ora il numero dei calciatori in grado di offrire il proprio contributo alla causa è superiore a quello di qualche mese fa. Dopo la pausa, sarà il momento di tradurre in pratica le dichiarazioni che tanto hanno colpito.
Altrimenti rischiamo di ripetere gli errori commessi nella stagione del secondo posto a 91 punti con Sarri che si accanì con i titolarissimi fino a portarli spompati al termine del campionato. Ci fu ben altro al di là di Orsato. Conte vada oltre. Il Napoli ha pressoché intatte le chance di vincere il campionato, qualsiasi sarà il risultato di Atalanta-Inter. A patto, però, di azzerare le gerarchie. E di far giocare chi ne ha di più. Anche perché fin qui quando si è reso necessario l’impiego di un cosiddetto panchinaro, la squadra non ne ha mai risentito. Da Juan Jesus a Gilmour. Da Raspadori a Spinazzola. E ai felici e fortunati spezzoni di Billing. A Napoli Conte ha dimostrare di saper superare tanti steccati. Tattici e psicologici. Ha fronteggiato infinite difficoltà e le ha superate. Non ci si può fermare sul più bello. E soprattutto sarebbe un delitto lasciare qualcosa di intentato.