La Sueddeutsche commenta così la vittoria della Germania sull’Italia: “I giocatori si sentono più a loro agio quando possono fare cose chiare e classiche”

La Sueddeutsche commenta così la vittoria della Germania sull’Italia. “Nagelsmann ha detto di aver “aggiustato” alcune cose a metà tempo”. E come è noto, il verbo “adattare” fa parte del vocabolario degli allenatori moderni e può significare praticamente qualsiasi cosa. “Può essere un eufemismo intelligente per mascherare il fatto che un allenatore sta solo correggendo un errore. Oppure l’aggiustamento contiene effettivamente un elogio all’allenatore che ha meglio decifrato l’andamento della partita e poi ha apportato la modifica vincente“.
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Nagelsmann ha reagito anche al fatto che la sua squadra sembrava un po’ confusa
In questo senso bisogna dire che Nagelsmann contro l’Italia “ha reagito anche al fatto che la sua squadra sembrava un po’ confusa”. Le sostituzioni di Tim Kleindienst e Nico Schlotterbeck hanno sistemato in modo coerente la squadra e ha permesso loro di vincere per 2-1.
Tra il Nagelsmann “fantasioso con le sue 1000 idee” e il Nagelsmann “pragmatico allenatore della nazionale“, ha avuto la meglio il secondo. “I giocatori si sentono più a loro agio quando possono fare cose chiare e classiche“.
Il ct tedesco, scrive la Sueddeutsche, “ha superato se stesso con il successo a Milano, ha deciso di sostituire la fisicità di Kleindienst e Schlotterbeck e di mandare più avanti la fisicità di Leon Goretzka”. Il giovane ct “deve continuare a essere un allenatore creativo, ma allo stesso tempo la squadra e l’allenatore sono impegnati in un encomiabile processo di sviluppo congiunto“.
Il rischio è che l’Italia finisca in un’eterna illusione di rinascita, come una Biancaneve qualunque (Il Giornale)
Scrive Il Giornale a proposito della Nazionale che ieri ha perso contro la Germania e del modo di considerare i giovani talenti (Musiale è nettamente più forte di Casadei, claro) nei due Paesi.
Il rischio è che l’Italia finisca in un’eterna illusione di rinascita, come una Biancaneve qualunque, non certo quella moderna creata dall’ipocrisia woke: una Nazionale incastrata in un incantesimo che rischia di essere senza fine. Dalla Francia in autunno alla Germania di ieri, due sconfitte a San Siro che ci riportano indietro, allo stato comatoso post-europeo. Ci vorrebbe il bacio di un principe. Le sembianze oggi possono essere solo quelle di Sandro Tonali.
D’altra parte nell’Italia Casadei è ancora a caccia del primo gettone azzurro, mentre il suo coetaneo Musiala è già una certezza per i panzer con quasi quaranta presenze. La sola consapevolezza Nazionale è che con Tonali e Barella abbiamo una mediana di dimensione mondiale, perché il vero obiettivo è tornare a giocare per la Coppa del mondo, cosa che non ci riesce da due edizioni, ma non siamo protagonisti addirittura dal trionfale 2006.