Al CorSport: «Se vincerò la Napoli Tennis Cup, indosserò la maglia del Napoli di Maradona. Del tennis non cambierei nulla, tranne gli stipendi e lo stress per i controlli antidoping».

Il tennista italo-argentino Luciano Darderi è al Napoli Tennis Cup per disputare il Challenger 125. L’intervista rilasciata al Corriere dello Sport.
Darderi: «Sono un grande appassionato di Maradona»
Prima volta al torneo, ma non la prima a Napoli. Che rapporto ha con la città?
«Ci vengo spesso, da tre anni sono tesserato con il Team Avino di San Giuseppe Vesuviano, che per me ormai rappresenta una famiglia. E poi, quando sei qui, non puoi non pensare a Maradona, di cui sono un grande appassionato. Da bambino mio nonno mi portò alla Bombonera a vedere il Boca Juniors e si respirava Diego ovunque. Vedevo i suoi video, mi caricavano: dai 12 ai 14 anni ascoltavo “Live is Life” prima di ogni partita. Era la canzone su cui si riscaldava in quel famoso video».
Più della metà della sua vita ormai l’ha trascorsa in Italia. Azzurro di Davis e anche all’Olimpiade di Parigi. Spera in una nuova chiamata di Volandri?
«Mio nonno era marchigiano, quindi sin da bambino venivo qui. A me è sempre piaciuto giocare per l’Italia: ho cominciato con l’Under 10, poi Under 12. Ho fatto anche Europei Under 16 e Itf Under 18. L’Olimpiade è stata una bella esperienza ed essere convocato per la Davis resta un mio obiettivo, anche se difficile: il 10% della top 100 ormai sono italiani, in più si gioca sul cemento indoor, dove ci sono specialisti come Sinner, Berrettini, Arnaldi e Cobolli. Al di là di tutto, non mollo».
Sulla squalifica di Sinner che idea s’è fatto?
«Sono al 100% sincero, non ho seguito bene la vicenda».
Sulla causa intentata dalla Ptpa ai vertici del tennis, invece?
«È una cosa di pochi giorni fa, non ne ero al corrente prima che diventasse di dominio pubblico».
Cosa ci sarebbe da cambiare nel tennis?
«Non cambierei nulla, ma è vero che guadagniamo soltanto il 1013% di altri grandi sportivi. Non so se sia giustissimo, perché il nostro è uno sport molto popolare. I controlli antidoping, poi, sono stressanti: ogni giorno devi segnalare un’ora in cui sarai sicuramente rintracciabile in hotel. Con tutti i viaggi e gli spostamenti non è facile».
Quale caratteristica ruberebbe agli altri tennisti italiani?
«Il servizio di Berrettini, il serve & volley di Bellucci, anche se è mancino. Però, a dire il vero, il mio modo di giocare mi piace abbastanza. Da Sinner prenderei la sua mentalità».
Dicono che le piacerebbe andare a vedere Napoli-Milan domenica sera al Maradona. Significherebbe essere arrivato in finale…
«Spero di averne l’opportunità, ma dipende anche dal tabellone del torneo di Marrakech e dai voli. Se non sarà domenica, ci tornerò in futuro e mi auguro che il Napoli possa vincere lo scudetto».
Se invece lei vince la Napoli Tennis Cup, cosa fa?
«Indosso la maglia del Napoli di Maradona».