Sconfitto al primo turno di Indian Wells da Van de Zandschulp: «Sono deluso. Di tanto in tanto gioco qualche buon torneo, devo affrontare questi momenti».

Amaro l’esordio di Novak Djokovic al Masters 1000 di Indian Wells. Eliminato per il secondo anno di fila, stavolta da Botic Van de Zandschulp in tre set (2-6, 6-3, 1-6), il serbo ha espresso il suo rimpianto per il livello di gioco che aveva espresso durante il match.
Djokovic fuori da Indian Wells: «Faccio fatica a volte a giocare, ma devo affrontare questi momenti»
In conferenza stampa, il tennista ha commentato:
«Per me è stata una brutta giornata. Mi dispiace per come ho giocato, considerando come mi sono allenato in questi giorni. La differenza tra il centrale e gli altri campi è enorme: lì la palla rimbalza più in alto rispetto ad alcuni campi in terra battuta. Ho faticato molto su questo aspetto, non riuscivo a trovare ritmo».
Djokovic sembra aver perso ormai continuità, ma come ha spiegato, questo è frutto di un cambiamento degli ultimi anni:
«Sono deluso per la sconfitta, ma se si guarda tutto da una prospettiva più ampia, ovviamente ho avuto una carriera incredibile. Essere così costante per così tanti anni ti porta ad avere aspettative molto alte su te stesso. Negli ultimi anni, però, le cose sono cambiate per me. Ho fatto fatica a giocare al livello desiderato. Di tanto in tanto riesco a fare qualche buon torneo, ma per lo più è una sfida continua per me. Quindi è così. Nessuno può davvero prepararti a questi momenti. Devi viverli e cercare di affrontarli nel miglior modo possibile».
A 37 anni il serbo resiste alla nuova generazione del tennis
Il Corriere della Sera lo scorso 16 gennaio:
Il nuovo che avanza (è già avanzato), il vecchio che resiste. Lo scontro frontale tra la rivoluzione di Sinner e Alcaraz e i tentativi di restaurazione sprigiona scintille sotto il sole dell’Australia. Impavido resiste lui, Novak Djokovic, l’ultimo degli immortali che a 37 anni, 7 mesi e 24 giorni, con 185.541.164 dollari in soli premi nel portafoglio ha ancora voglia di infilarsi i pedalini bianchi e le braghe corte per fare a racchettate con i giovinastri del circuito: quattro set con il carneade indiano d’America Nishesh Basavareddy al primo turno, un altro set perso per strada con il portoghese Jaime Faria, n.125 del ranking, terraiolo di Lisbona spaesato sul cemento di Melbourne eppure capace di complicare la giornata a Highlander, ricorso alle sue doti di incantatore di serpenti per sopravvivere a due avversari che, insieme, fanno poco più dei suoi anni.