A Marca: «In Italia il gioco viene interrotto spesso, più che in altri campionati. I difensori sono aggressivi e intelligenti. Non ti lasciano portare palla»

Paulo Dybala, attaccante della Roma, ha rilasciato un’intervista a Marca in occasione della partita di Europa League contro l’Athletic Club, andata degli ottavi di finale.
Leggi anche: Dybala-Roma è un film già visto: l’argentino ha capito di non essere più al centro del progetto
Dybala: «In Italia il gioco è molto interrotto, più che in altri campionati»
Cosa ti attrae di più dell’Athletic Club?
«Sono molto curioso di visitare San Mamés al ritorno. Tutti parlano molto bene di questo stadio, perché la gente si fa davvero sentire. E in attacco sono una squadra veloce e pericolosa».
Dybala è in Italia da molti anni. Non hai mai potuto suonare in Spagna?
«Adoro LaLiga, la guardo molto in tv. Quest’anno è molto bello, molto competitivo, e mi sarebbe sempre piaciuto giocare lì, ma… sono in Italia da molti anni ormai. Poi non si sa mai cosa può succedere in futuro».
Lo Stadio Olimpico ha una delle migliori atmosfere d’Europa.
«Inviterei chiunque non lo conoscesse a venire. Ciò che si vive qui è possibile vederlo solo ad Anfield… e in pochi altri stadi. Lo Stadio Olimpico è sempre pieno e anche solo sentire l’inno nazionale all’inizio conferisce allo stadio una magia incredibile. Ce ne sono poche così, così belle».
Claudio Ranieri ti ha resuscitato, a 73 anni…
«Claudio è in gran parte responsabile di questo buon momento. Ci ha fatto cambiare idea. Arrivavamo da un periodo difficile, con molti cambiamenti nella squadra, sia all’interno che all’esterno, con molta incertezza, e tutto è cambiato per noi. Lui conosce la “piazza di Roma” come nessun altro e ci ha tranquillizzati facendo cose semplici, come riordinare lo spogliatoio. La motivazione di Claudio è un plus e alla fine fa la differenza».
In che modo Ranieri ti ha migliorato?
«Mi dà molta libertà. A volte mi chiede di fare sacrifici per segnare, gestire il risultato, aiutare in difesa, ma in attacco sono libero di occupare i punti deboli dell’avversario. Claudio sa che a volte interpreto la partita in modo diverso da come viene giocata, e mi dà l’opportunità di farlo. A parte questo, sono in un’ottima forma fisica, e questo è essenziale per questa parte finale della stagione».
In Italia i giocatori come te vengono penalizzati molto?
«In Italia il gioco è molto interrotto, forse più che in altri campionati. C’è poco spazio tra il centrocampo e l’attacco e i difensori sono aggressivi e intelligenti. Non ti lasciano portare palla molto».