Al premio Bearzot: «Allenare l’Atalanta è stato un pezzo di vita meraviglioso. Sono orgoglioso dell’interesse della Roma, ma è difficile prevedere il futuro».

Gian Piero Gasperini ha ricevuto oggi il Premio Bearzot a Roma.
Il tecnico dell’Atalanta ha risposto a qualche domanda dei giornalisti prima di salire sul palco. Le dichiarazioni sono state riportate da Gianluca di Marzio sul suo sito.
Gasperini: «L’addio alla Atalanta? Una storia ha sempre un inizio e una fine»
A Gasperini hanno chiesto se allenerebbe la Roma:
«La Roma? C’è Ranieri che è un grande allenatore. Roma è una piazza straordinaria con un pubblico incredibile. Motivo d’orgoglio l’interesse del club, ma navighiamo a vista. Difficile prevedere quello che succederà nel futuro. La Roma è come la Nazionale, piace a tutti».
Ha poi parlato della sua avventura all’Atalanta:
«Vivo molto il presente. Il presente è questo campionato e queste nove gare che mancano. Non capita spesso nel calcio un rapporto lungo come quello tra me e l’Atalanta. Per me è stato straordinario ed è stato un pezzo di vita meraviglioso».
Ha aggiunto:
«L’addio all’Atalanta? C’è sempre un inizio e una fine nelle storie. Si sa l’inizio e quasi mai la fine. In mezzo però c’è stato un percorso incredibile, un viaggio coronato con l’Europa League».
Il tecnico è in lizza per la panchina della Juventus (Gazzetta)
Per quanto riguarda Gasperini, l’attuale tecnico dell’Atalanta “porterebbe la sua juventinità (è cresciuto in bianconero da allenatore e poi ha allenato nel settore giovanile per 9 stagioni, dai Giovanissimi alla Primavera, vincendo il Torneo di Viareggio nel 2003), la capacità di vincere (dimostrata l’anno scorso con l’Europa League dell’Atalanta) e l’euforia che avrebbe nel realizzare il sogno della propria carriera. E il suo profilo si inserirebbe bene anche nella strada del risanamento del bilancio intrapreso dal club nelle ultime due stagioni, perché Gasp ha dimostrato di saper lavorare con i giovani e saper valorizzare i giocatori. Dall’altra parte, però, le riserve sarebbero relative al suo carattere spigoloso e, sebbene risalga ormai a oltre 13 anni fa, al fatto che nell’unica esperienza in una big (l’Inter 2011-12) ha fallito“.