Un giocatore di palleggio, da mettere alle spalle di Lobotka ma anche al suo fianco, per avere sempre un regista libero per avviare la manovra

Gilmour più Lobotka, il doppio play: una novità che Conte ha trovato grazie all’emergenza (Gazzetta)
L’emergenza aguzza l’ingegno. È sempre stato così. E vale anche per il Napoli di Antonio Conte come ci ricorda la Gazzetta dello Sport. Grazie all’emergenza, Conte ha provato il doppio play: soluzione che peraltro aveva immaginato sin dall’estate scorsa quando spinse per l’acquisto dal Brighton dello scozzese Gilmour. Gilmour sabato sera contro l’Inter è stato il migliore in campo.
Scrive la Gazzetta con Vincenzo D’Angelo:
Verrebbe da dire “benedetta emergenza”. Senza, forse, non ci sarebbe stato un Napoli sorprendente nella notte della verità. Antonio Conte ha trovato un’altra intuizione vincente per rilanciarsi in chiave scudetto. E ora può cambiare la storia. Contro l’Inter e col rischio di dire addio al sogno tricolore, Conte ha lanciato per la prima volta in A il centrocampo col doppio playmaker. Un’idea che aveva in mente già dalla scorsa estate, quando spingeva col ds Manna e col presidente De Laurentiis per l’acquisto di Billy Gilmour dal Brighton. Un giocatore di palleggio, da mettere alle spalle del totem Lobotka ma anche al suo fianco, per avere sempre un regista libero per avviare la manovra. Un’arma pungente anche in fase difensiva, per la capacità dei due di nascondere il pallone e di gestire i ritmi del match. È una vecchia teoria, sempre attuale: aumentando il possesso palla, diminuiscono le possibilità di concedere occasioni agli avversari. E con Lobotka e Gilmour là al centro, il Napoli è sempre in controllo.
Gilmour il prototipo del calciatore contiano: non pretende ma agisce, corre, lavora, migliora ogni giorno (CorSport)
Sul Corriere dello Sport l’elogio di Billy Gilmour, centrocampista del Napoli. Lo scozzese è il prototipo del calciatore contiano: non pretende ma agisce, si fa sempre trovare pronto.
Ecco cosa scrive il Corriere dello Sport:
Aveva pensato a lui riflettendo sulle insidie di partite come quella di sabato. Conte conosceva bene Billy Gilmour, lo aveva scoperto giovanissimo quando allenava il Chelsea e lui, praticamente un ragazzino, sgomitava nel settore giovanile sognando il grande salto. Aveva individuato in quel piccolo geometra del centrocampo qualità (anche fisiche) che potevano tornare utili nelle trappole e nelle fatiche di un campionato avvincente.
Lobo con Billy è stata la brillante mossa di Conte provata e riprovata in allenamento nella settimana di avvicinamento all’Inter. Un’intuizione tattica vincente per rinforzare il palleggio e garantire sostegno ulteriore alla difesa.
Gilmour, 23 anni, pupillo di De Zerbi che lo ha fatto crescere al Brighton parlandogli poi benissimo di Napoli, è il manifesto contiano del giocatore che non pretende ma agisce. Se ne sta in silenzio, corre, lavora, cresce, migliora ogni giorno in allenamento. Aspetta il suo turno senza chiedere e quando tocca a lui, anche a distanza di mesi, risponde sul campo. L’allenatore del Napoli lo ha sempre elogiato (come i compagni in ogni intervista) e ha avuto l’ennesima conferma che aspettava: può contare sempre su di lui. D’altronde era stato proprio Conte a richiederlo aspettandolo per tutta l’estate.