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Gravina: «Non siamo pronti per gli arbitri che spiegano le loro decisioni durante le partite»

Il presidente Figc a La Stampa: «Mai più la gogna dei giocatori sotto le curve. Chi lo farà, sarà squalificato. Perché non mettere mano al fuorigioco?»

Gravina: «Non siamo pronti per gli arbitri che spiegano le loro decisioni durante le partite»
Dc Firenze 23/02/2024 - amichevole / Italia-Irlanda femminile / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina

Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha concesso un’intervista al quotidiano La Stampa. Intervista a firma Guglielmo Buccheri e Gianluca Oddenino.

Si parla degli Europei del 2032 e degli stadi.

Roma, Milano e Torino: tre impianti sono già in lista…
«Sono in pole, richiedono solo alcune riflessioni. Poi c’è la forte candidatura di Firenze dove i lavori sono cominciati, Palermo è particolarmente attiva, Cagliari è quasi pronto, a Bologna c’è un grande dinamismo come a Udine o Bari. I cinque stadi dovranno essere i più belli d’Italia».

Rimanendo dentro gli stadi, ecco un’immagine alla rovescia: sempre più partite finiscono con i giocatori a rapporto sotto la curva ultrà.
«Un’immagine che le norme vietano, e non da oggi: gli Slo (tesserati addetti alle tifoserie, ndr) dovranno portare la squadra negli spogliatoi, altrimenti ho chiesto di far rispettare il codice di giustizia sportiva che parla di squalifica per chi accetta di prestarsi ad una vera e propria gogna».

Il calcio che cambia fino a dove è giusto immaginarselo?
«Il pallone è fantasia ed evoluzione: ma la seconda non dovrà mai soffocare la prima».

Fantasia significa divertimento per chi guarda…
«Gli 0-0 sono noiosi».

Quindi?
Gravina: «Perché non mettere mano al fuorigioco? Penso, naturalmente, a tutti quei gol capolavoro cancellati per un alluce: parlare di “luce” ci conserverebbe piccole, grandi magie per gli occhi».

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E parlare degli arbitri che spiegano le loro decisioni durante le gare?
«Ci arriveremo, ci siamo già arrivati. Ma non da noi».

Sarebbe una trappola?
«Si tratta di una questione culturale: in Spagna va bene, in Germania anche, in un nostro derby no. Non siamo pronti».

La storia del campionato sta arrivando vicino al traguardo: tutto è ancora in discussione, tutto da definire. Teme un innalzamento dei toni?
Gravina: «Si parli degli arbitri, ma in modo corretto. Se si va oltre, ci sono le sanzioni: prima parlavo di fantasia ed evoluzione, ma nel calcio ci sono gli errori e sono gli errori a non trasformarlo in un videogioco».

Sente le società in fibrillazione?
«No, assolutamente. Sento solo commenti che faccio fatica a comprendere. Un esempio? Un fallo di mano di Gatti o un rigore non dato al Torino hanno trasmesso la sensazione di un fine settimana disastroso per la classe dei direttori di gara: due episodi su venti gare. Se si pensa che l’arbitro è infallibile, siamo fuori logica». 

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