ilNapolista

Gullit: «Lo scudetto vinto a Napoli nell’88? Ci tirarono pietre e arance, avevamo i cuochi nostri per paura di qualcosa»

Alla Gazzetta: «Sfidare un fuoriclasse come Maradona era elettrizzante. Furono eccezionali anche i tifosi napoletani che dopo il successo ci applaudirono».

Gullit: «Lo scudetto vinto a Napoli nell’88? Ci tirarono pietre e arance, avevamo i cuochi nostri per paura di qualcosa»
1987 archivio Storico Image Sport / Milan / Ruud Gullit / foto Aic/Image Sport

L’ex Pallone d’oro e calciatore del Milan Ruud Gullit ha ricordato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, le partite contro Diego Armando Maradona e il 3-2 del primo maggio 1988, che diede lo scudetto ai rossoneri.

Gullit: «Davanti allo stadio di Napoli ci tirarono pietre e arance prima di vincere lo scudetto dell’88»

Si aspettava una stagione così deludente da parte del Milan?

«Sinceramente non ho capito che tipo di calcio voglia fare il Milan. Secondo me non ha trovato la direzione giusta: sulla carta la rosa è forte, soprattutto dopo il mercato di gennaio, e la vittoria della Supercoppa italiana, sembrava aver risolto tutti i problemi. Invece non è stato così: quell’affermazione in Arabia Saudita non ha trasmesso una reale sicurezza al gruppo e non c’è stato un miglioramento importante rispetto alla prima parte della stagione».

Napoli-Milan, la partita che nel 1988 ha regalato a lei il primo scudetto. Cosa ricorda di quel match?

«È stata una grande avventura perché non ero mai stato a Napoli nella mia vita. Il sabato, prima della partenza, ero perplesso perché noi giocatori e lo staff tecnico eravamo su un aereo, mentre su un altro più piccolo c’erano diversi addetti alla sicurezza e… il cibo. Arrivati al Jolly Hotel di Napoli, occupammo tutto l’ultimo piano, blindato dalle nostre guardie del corpo e solo loro potevano avvicinarsi al cibo che veniva cucinato dai cuochi che erano partiti con noi. C’era la paura che qualcuno potesse mangiare qualcosa di non buono e poi non potesse giocare».

La domenica poi la sfida al San Paolo…

«Quando con il pullman andavamo allo stadio, ci tirarono arance, pietre e qualsiasi tipo di oggetto. C’era un’atmosfera pazzesca, ma vincemmo».

Nonostante di fronte ci fosse Maradona…

«Sfidare un fuoriclasse come lui era elettrizzante: Diego era un campione pazzesco. Fu eccezionale anche il pubblico napoletano che dopo quel successo ci applaudì. Davvero indimenticabile».

Contro il Napoli, ma nella gara d’andata di quella stagione, le fu invece consegnato il Pallone d’oro:

«Per anni avevo sostenuto in modo silenzioso il partito sudafricano che lottava contro l’apartheid, ma quando vinsi il Pallone d’oro, decisi di dedicarlo a Mandela che era in carcere. In Italia la sua vicenda non era conosciuta e molti non sapevano chi fosse. Quando l’ho incontrato in Sudafrica, “Madiba” mi disse che aveva temuto che sarei stato punito. Le sue parole sono state emozionanti».

ilnapolista © riproduzione riservata