Nel Napoli si riparte sempre da lontano senza quasi mai effettuare i lanci lunghi di una volta. Rapidità e varietà di schemi potrebbero aiutare

Il Napoli dovrebbe provare ad avere una manovra più veloce e meno prevedibile
Delusione cocente per l’occasione persa a Venezia e per un gioco che appare spesso stucchevole perché impostato prevalentemente in versione orizzontale. Prescindendo da altri aspetti positivi che ci vedono, dopo i risultati di ieri con poche speranze in competizione per lo scudetto, occorre qualcosa in più per affrontare al meglio l’epilogo di un campionato molto combattuto.
Sarebbe necessario migliorare velocità e variabilità. Con un gioco che parte sempre da lontano con una sere di passaggetti senza verticalizzazione e con giocatori che arrivano poi nell’area di rigore avversaria con difese ben piazzate, si comprendono le ridotte possibilità di effettuare le necessarie finalizzazioni.
A questo punto, da tifoso d’età, mi chiedo fra l’altro, perché nel Napoli si riparte sempre da lontano senza quasi mai effettuare i lanci lunghi di una volta (affidati a quelli che allora si chiamavano “terzini” e non centrali o esterni e che oggi sono affidati a portieri che sappiano però giocare anche con i piedi (vedi i portieri di Milan, Torino e Fiorentina? Meret, che è un ottimo portiere, potrebbe allenarsi e impegnarsi di più?)
Inoltre, la variazione degli schemi consentirebbe di offrire meno prevedibilità agli avversari e di trarre soprattutto maggiore vantaggio da giocatori abili a tirare in porta (McTominay, Raspadori, Lukaku). Senza sottovalutare i meriti di un grande allenatore e i pregi di molti nostri giocatori perché, dunque, non tentare qualche maggiore velocizzazione del gioco (vedi Gilmour) e qualche maggiore varietà di schemi? Rapidità e varietà potrebbero essere le chiavi più importanti per finire in bellezza in una competizione che ci vede comunque al secondo posto.