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Il procuratore del processo Maradona: «Un assassinio». L’avvocato delle figlie: «Il desiderio era togliergli la vita»

L’avvocato delle figlie all’esterno del tribunale: «Nessuno degli imputati ha fatto ciò che doveva fare, perché non volevano. La famiglia ha subito un inganno, nel corso del dibattito emergeranno elementi che forniranno numerose risposte»

Il procuratore del processo Maradona: «Un assassinio». L’avvocato delle figlie: «Il desiderio era togliergli la vita»
Imago Polokwane (Sud Africa) 22/06/2010 - mondiali Sud Africa 2010 / Grecia-Argentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Diego Armando Maradona

Continua il processo per la tragica morte di Diego Armando Maradona. E durante una pausa Fernando Burlando, avvocato delle figlie, ha fatto delle valutazioni all’esterno dal tribunale di San Isidro. A riportarle sono i colleghi di A24.com.

«La famiglia ha subito un inganno, rispetto a quello che è stato definito una sorta di ricovero domiciliare. Penso che questo faccia parte di un piano. Quando si osservano le azioni, ci si rende conto che ci sono troppe persone coinvolte in questa cospirazione perché qualcuno possa perdere la vita», ha affermato il legale.

Burlando ha aggiunto che ci sono ancora «molte persone in attesa di essere chiamate», e poi ci ha tenuto a sottolineare: «Credo che nel corso del dibattito emergeranno elementi che forniranno numerose risposte. Mi riferisco a tutti coloro che hanno avuto qualche tipo di beneficio economico dopo la morte di Diego, nonostante non fossero eredi. Gli eredi dovrebbero essere gli unici a beneficiare di tutto il patrimonio che Diego Armando Maradona può aver generato o genererà».

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L’avvocato ritiene che Maradona potrebbe essere ancora vivo se solo si fosse agito diversamene. «Come ha detto l’accusa, in quegli otto giorni, quando gli faceva male agli occhi vedere Maradona in quello stato, era il momento di portarlo al pronto soccorso e salvarlo», ha affermato. «Nessuno degli imputati ha fatto ciò che doveva fare, perché non volevano. Il desiderio era togliergli la vita».

Durante l’intervista in diretta, un giornalista ha chiesto a Burlando se l’équipe medica in questione fosse stata scelta da alcune delle sue figlie. L’avvocato ha risposto in maniera chiara e perentoria: «Non c’è niente di più cretino che cercare di coinvolgere la famiglia in tutta questa ferocia che rigurda soltanto con l’indolenza e la demenza del team sanitario».

Anche il procuratore è sulla stessa linea ha parlato esplicitamente di “assassinio”, una convalescenza diventata “teatro dell’orrore”.

Fin dalla prima mattina dell’udienza a San Isidro  – racconta Le Parisien – il procuratore Patricio Ferrari ha dato una scossa elettrica, brandendo davanti ai giudici una foto dell’idolo, morto sul letto, con lo stomaco orribilmente gonfio. “Lasciateli venire e dire che non si sono accorti di quello che stava succedendo a Diego! »

“Se dicono di non aver partecipato a un assassinio, mentono!“.

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