Il campione norvegese dopo i Mondiali indoor. Il papà è accusato di averlo picchiato, insultato e minacciato (“ti faccio a pezzi”) quando Jakob era piccolo

Ingebrigtsen corre in tribunale per accusare il padre: «Mi ha cresciuto tra paura e violenze»
Appena finito di vincere i Mondiali indoor, in due gare diverse (1.500 e 3.000 metri), Jakob Ingebrigtsen è corso in tribunale a Sandnes, nella Norvegia sud-occidentale, per ribadire davanti al giudice che il padre era un uomo violento e manipolatore. E’ il motivo per cui il campione e i suoi fratelli lo hanno denunciato.
Il due volte campione olimpico ha descritto un’infanzia segnata dalla paura. Il padre, Gjert Ingebrigtsen, si era dichiarato il giorno prima non colpevole delle accuse di abusi fisici su due dei suoi sette figli, ovvero l’atleta e sua sorella Ingrid. L’uomo rischia fino a sei anni di carcere.
“La mia educazione è stata strettamente legata alla paura. Sono consapevole di una cultura basata sulla paura da molto tempo. Da adolescente, era un concetto con cui mi identificavo molto, perché sentivo di non avere libero arbitrio o voce in capitolo su nulla”, ha detto Jakob Ingebrigtsen.
“Ero in un ambiente in cui tutto era controllato e deciso per me. Ricordo di essere stato estremamente spaventato”. Jakob ha anche detto alla corte che quando all’età di 16 anni ha incontrato Elisabeth Asserson, che ora è sua moglie, suo padre ha cercato di porre fine alla relazione, temendo che avere una qualsiasi relazione avrebbe danneggiato la carriera sportiva del figlio.
Secondo l’accusa, Gjert Ingebrigtsen ha ripetutamente picchiato, minacciato e insultato Jakob tra il 2008, quando il bambino non aveva ancora otto anni, e il 2017-2018, quando il ragazzo, quasi diciottenne, si è trasferito in una casa sua.
Ad esempio, nell’estate del 2009, gli avrebbe dato un calcio allo stomaco dopo che era appena caduto dal suo scooter e, qualche anno dopo, avrebbe minacciato di “farlo a pezzi”. Nel corso di un periodo di quattro anni, dal 2018 al 2022, Gjert Ingebrigtsen è inoltre accusato di aver maltrattato, insultato, minacciato e colpito la figlia in faccia con la mano o con un asciugamano.