I dirigenti ora non sanno se cacciare Motta e così certificare il proprio fallimento, o proseguire con lui e rischiare di fallire la Champions (obiettivo aziendale)

A Elkann i dirigenti (leggi Giuntoli) dissero che Allegri andava esonerato per Thiago Motta (Tuttosport)
Siamo ormai al tutti contro tutti. Come accade quando un sistema sta per crollare. E sta per crollare la nuova Juve, la squadra che avrebbe dovuto finalmente indossare il vessillo del bel gioco, del calcio propositivo e che sta naufragando miseramente sotto le idee fallimentari del direttore sportivo Giuntoli e dell’allenatore Thiago Motta. Tuttosport giustamente ricorda che Elkann era stato convinto dai dirigenti (leggasi Giuntoli) a esonerare Allegri – che agave ancora un anno di contratto – per prendere Thiago Motta che ha portato la Juve sull’orlo dell’abisso e quasi fuori dalla prossima Champions League.
La Juve è ormai sull’orlo del precipizio
Ecco cosa scrive Tuttosport con Stefano Salandin.
Insomma, la sensazione è che i dirigenti abbiano posto Motta sotto tutela in attesa di verifi care se e quanto riuscirà a invertire la rotta ma, forse e soprattutto, di capire quel che passa per la testa di John Elkann. L’azionista di maggioranza, del resto, solo qualche giorno fa aveva ribadito personalmente la fiducia a Motta la cui scelta, va ricordato, fu perorata come risolutiva dagli attuali dirigenti che lo convinsero a rinunciare ad Allegri che pure aveva ancora un anno di oneroso contratto, a prescindere dall’epilogo e poi comunque onorato con una sostanziosa buonuscita. I dirigenti, così, si trovano nella scomoda posizione di scegliere tra una richiesta che certificherebbe il fallimento del progetto per cui si sono spesi e il rischio di fallire anche l’ultimo, e più sostanziale, obiettivo: la qualificazione alla Champions. Che, peraltro, non è detto possa essere garantita con l’arrivo di un altro allenatore e dunque con il rischio di dover sostenere un doppio ingaggio a fronte di mancati introiti.
Ma ormai Giuntoli ha i giorni contati, la Juve si prepara alla restaurazione in nome della juventinità.